Vincolanti per il giudice italiano le pronunce della Corte europea dei diritti dell'uomo

Pubblicato il 01 ottobre 2011 Le sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo hanno un valore assimilabile al giudicato formale in relazione al procedimento in corso. Sono dunque vincolanti per il magistrato italiano che dovrà tenerle in considerazione ai fini della decisione.

Lo afferma la Corte di cassazione nella sentenza n. 19985 del 30 settembre 2011. Come sono immediatamente rilevanti le norme della Convenzione europea dei diritti dell'uomo allo stesso modo, ricordano i giudici tributari, lo devono essere le sentenze definitive, pur avendo esse natura dichiarativa.

Viene aggiunto che il giudice nazionale “non può ignorare o svuotare di contenuto la decisione definitiva della Corte europea, anche se si tratta di condanna dello Stato a titolo di equa soddisfazione, per la quale non vi è bisogno di alcun exequatur e di fronte alla quale lo Stato non ha altra scelta se non quella di pagare, come di fatto accade”.
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