CIGO, duplice istanza. Calderone: farraginoso

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CIGO, duplice istanza. Calderone: farraginoso

Marina Calderone, presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro, scrive una lettera al Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, mostrando preoccupazione per i contenuti della nota del 6 luglio 2020 (Ufficio Legislativo del Ministero), ove è imposta, in relazione ai periodi di ammortizzatore sociale di cui al decreto c.d. “Cura Italia”, la necessità di provvedere alla presentazione di due distinte istanze per la fruizione dei periodi successivi alle prime nove settimane. Necessità postulata anche nel caso in cui si verifichi una richiesta di fruizione senza soluzione di continuità.  

La nota del 6 luglio invita, in particolare, l’INPS a correggere una bozza di circolare ancora non resa pubblica, che consentirebbe, al contrario, la proposizione di un’unica domanda qualora, nella prospettazione della necessità dell’utilizzo dell’ulteriore periodo di cinque settimane, il datore di lavoro si trovasse nelle condizioni di dover richiedere ancora una porzione residua del periodo riconducibile alla prima tranche di nove settimane. 

Una soluzione, questa, non condivisa dal presidente Calderone, poiché impone una rigidità applicativa che si somma a quella della norma, la cui previsione dell’accesso “a scaglioni” ai vari periodi di ammortizzatore sociale riconosciuti dalla legislazione di emergenza, rappresenta una prima ragione di farraginosità non dovuta ad esigenze gestionali.  

La previsione di domande separate in ogni caso, a prescindere dalla sussistenza di ragioni che in concreto dimostrano l’unicità del periodo di fruizione, appare dunque “gravemente contraria a quelle esigenze di celerità, efficienza, semplificazione, le cui istanze provengono diffusamente e si dichiarano perseguite anche dal Governo”.  

L’imposizione di una simile duplicazione avrebbe quale conseguenza un serio appesantimento della procedura, con naturali ripercussioni in termini di efficacia. Impedire un’unica domanda per un unico periodo che ricomprenda anche quello residuo non fruito, importerebbe:  

  • duplicazione degli adempimenti formali, con speculare duplicazione degli incombenti per i datori di lavoro ed i professionisti che li assistono; 

  • duplicazione di verifica di termini, controlli, attività degli uffici dell’Istituto; 

  • sproporzionato aumento dei tempi e del rischio dei ritardi.  

E’ con la richiesta di correggere l’impostazione della nota e prevedere, con apposito provvedimento, una sola istanza di accesso a Cigo Fis con causale Covid per l’intero periodo oggetto di tutela, che la lettera prot. n. 2020/0005371 si conclude, sollecitando peraltro una “rapida definizione della questione, onde consentire ad aziende e professionisti di operare con tempestività, senza rischiare di incorrere in errori procedurali a loro certamente non imputabili”. 

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