Anc: eliminare il Vies

Pubblicato il 14 giugno 2017

“La mancata iscrizione a detto registro non può costituire motivo di esclusione dal regime di non imponibilità nelle cessioni intra Ue, se tutti i requisiti sono rispettati dall'operatore”: questo è quanto espresso a proposito del Vies dalla Corte di Giustizia europea con la sentenza del 9 febbraio 2017.

Il Vies deve assolutamente essere eliminato

Riprendendo l'enunciato, l'Anc – con comunicato stampa del 13 giugno 2017 (Il Provvedimento dell’Agenzia delle Entrate ignora la sentenza della Corte di Giustizia Europea sulla mancata iscrizione al VIES) – denuncia il mancato rispetto della sentenza da parte dell'Agenzia che, con provvedimento n. 110418 del 12 giugno 2017, ha precisato i criteri di controllo nei riguardi dei soggetti che effettuano operazioni intracomunitarie, al fine di identificare con maggiore precisione e completezza la veridicità dei dati comunicati in sede di iscrizione al Vies.

L'Associazione nazionale commercialisti spiega che nel provvedimento è scritto che se fossero riscontrate anomalie, quali la “presenza di elementi di rischio, come ad esempio omissioni o incongruenze nei versamenti e nelle dichiarazioni”, l’Agenzia si riserva di monitorare attraverso controlli periodici l’attività degli operatori in questione, ma anche, in alcuni casi, di notificare la cessazione della partita Iva o l’esclusione dal Vies “anche se l’operatore possiede i requisiti soggettivi e oggettivi”.

Ma, il Presidente Marco Cuchel sul punto è chiaro: “l’Agenzia delle Entrate, piuttosto che concentrarsi su richieste di adempimenti giudicati inutili da un Organismo di giustizia sovranazionale, dovrebbe affrettare quel processo di semplificazione tante volte annunciato, eliminando il Vies, considerato che la non imponibilità delle cessioni intra UE è subordinata esclusivamente alla sussistenza dei requisiti sostanziali, dettati dalla direttiva n. 2006/112/CE”.

L'escapologo fiscale

Intanto, sul fenomeno dell’escapologo fiscale Massini Rosati, imprenditore che fornisce a pagamento consulenza e consigli ai colleghi per risparmiare fino al 38% del carico fiscale complessivo, il coordinamento delle sette sigle ADC, AIDC, ANC, ANDOC, UNAGRACO, UNGDCEC, UNICO, ricorda che le dritte in merito al passaggio da società individuale a srl, rimborso spese dei costi di trasferta all’amministratore, affitto del marchio e pagamento di relative royalties ecc., per quanto formalmente legali erano state smontate, punto per punto, dalle associazioni sindacali dei commercialisti che, in un comunicato le definivano concetti pericolosi e poco approfonditi che possono indurre a comportamenti illegali.

Si torna sul personaggio poiché nella sala Nassirya del Senato ha tenuto una conferenza stampa dal titolo “La rinuncia dei redditi, come resistere alla pressione fiscale”, affiancato da parlamentari.

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