Fondazione nazionale dei commercialisti: FSB “Studi professionali”, bastano 3 dipendenti

Pubblicato il 04 agosto 2018

Il Fondo di solidarietà bilaterale per le professioni si applicherà già ai datori di lavoro con almeno 3 dipendenti, oggi esclusi dal Fis per il quale ce ne vogliono 5.

Lo spiega un documento di ricerca del 3 agosto 2018, pubblicato dal Consiglio e dalla Fondazione nazionale dei commercialisti, che si prefigge una prima analisi dei contenuti dell’Accordo del 3 ottobre 2017 tra Confprofessioni, Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs.

Tale Accordo, dopo che sarà approvato con decreto ministeriale, permetterà ai datori di lavoro professionisti di passare dal Fis al nuovo Fondo per il settore delle attività professionali, ai sensi dell’art. 26, d.lgs. n. 148/2015.

Nella fase di avvio, il fondo assicurerà unicamente il finanziamento di un assegno ordinario in favore dei lavoratori interessati da riduzione dell’orario di lavoro o da sospensione temporanea dell’attività lavorativa, per le causali previste in materia di CIG, nel rispetto dei vincoli legali di pareggio di bilancio.

Per il finanziamento del fondo è previsto un contributo ordinario e uno di tipo addizionale.

Il decreto ministeriale di approvazione dovrà determinare l’ambito di applicazione del FSB “Studi professionali”.

I beneficiari delle prestazioni del costituendo Fondo di solidarietà per il settore delle attività professionali

Gli agenti negoziali puntano alla massima estensione del campo di applicazione oltre l’area delle professioni intellettuali regolamentate di cui agli artt. 2229-2238 c.c., ricomprendendo i datori di lavoro che ricadono nell’ambito applicativo della legge n. 4/2013 che disciplina le professioni non organizzate in ordini e collegi.

Pertanto sono contemplate tutte le attività professionali, anche associative, appartenenti alle professioni di area economico-amministrativa, giuridica, tecnica, medico-sanitaria e odontoiatrica, nonché alle altre professioni intellettuali con o senza albo.

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