Il Decreto del fare bis punta sulla dilazione del debito fiscale

Pubblicato il 14 settembre 2013 Oltre all’incremento della soglia di compensabilità, attualmente fissata a 700mila euro, il Governo pensa ad altre misure, contenute in un decreto del fare bis, per contrastare la crisi delle imprese.

Si ipotizza un meccanismo di dilazione dei debiti fiscali in presenza di crediti certificati: l’impresa che ha un credito certificato con la Pa e deve l’Iva, non compensa ma vede dilazionato il debito il più possibile per avvicinarsi alla riscossione del credito. Ciò poiché l’ipotesi della compensazione universale non è percorribile, data la diversità degli enti della Pa.

Spazio anche al piano per il credito non bancario, con il consolidamento delle obbligazioni per le Pmi non quotate: sarebbero previste facilitazioni per cartolarizzare mini-bond, strumenti finanziari introdotti dal Dl Crescita del governo Monti, con allargamento della platea dei possibili investitori, come compagnie di assicurazione e fondi previdenziali.

Possibile, inoltre, la cancellazione di alcune forme di tassazione legate all'accensione di mutui e garanzie di varia natura sui contratti di finanziamento a medio e lungo termine, dunque una fiscalità agevolata.

Una parentesi sulla razionalizzazione del sistema di distribuzione dei carburanti. Ai fini della riduzione dei costi alla pompa, si pensa all'anagrafe dei distributori, con conseguente chiusura o smantellamento di 5mila impianti inefficienti o incompatibili nell'arco di due anni.

Sembra concreta, infine, la riduzione mediante bond degli oneri delle rinnovabili sulla bolletta elettrica.
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