Job Act: i servizi per il lavoro e le politiche attive

Pubblicato il 14 marzo 2014 Il Job act presentato dal premier Renzi ha previsto, tra le altre cose, anche un disegno di legge delega per la fruizione dei servizi essenziali in materia di politica attiva del lavoro su tutto il territorio nazionale e l’esercizio unitario delle relative funzioni amministrative.

I principi ed i criteri direttivi individuati:

a) razionalizzare gli incentivi all’assunzione già esistenti, da collegare alle caratteristiche osservabili per le quali l’analisi statistica evidenzi una minore probabilità di trovare occupazione;
b) razionalizzare gli incentivi per l’autoimpiego e l’autoimprenditorialità;
c) istituire un’Agenzia nazionale per l’impiego per la gestione integrata delle politiche attive e passive del lavoro, partecipata da Stato, Regioni e Province autonome e vigilata dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali. All’agenzia sarebbero attribuiti compiti gestionali in materia di servizi per l’impiego, politiche attive e ASpI;
d) razionalizzare gli enti e le strutture che operano in materia di ammortizzatori sociali, politiche attive e servizi per l’impiego per evitare sovrapposizioni di competenze e garantire l’invarianza di spesa;
e) rafforzare e valorizzare l’integrazione pubblico/privato per migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro;
f) mantenere il capo al Ministero del lavoro e delle politiche sociali il ruolo per la definizione dei livelli essenziali delle prestazioni che debbono essere garantite su tutto il territorio nazionale;
g) mantenere in capo alle Regioni e Province autonome le competenze in materia di programmazione delle politiche attive del lavoro;
h) favorire il coinvolgimento attivo del soggetto che cerca lavoro;
i) valorizzare il sistema informativo per la gestione del mercato del lavoro e il monitoraggio delle prestazioni erogate.
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