L’Antitrust attacca l’operato dei Consulenti del lavoro

Pubblicato il 13 ottobre 2009 A seguito delle critiche sollevate dal Garante della concorrenza e del mercato, il Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro si è riunito, in seduta straordinaria, nella giornata di venerdì 9 ottobre 2009. Dalla delibera assembleare emerge che i consulenti del lavoro hanno respinto le accuse dell’Authority e si preparano a difendere il loro profilo costituzionale. Il Garante era intervenuto inviando una segnalazione ai presidenti di Camera e Governo sulle prerogative esclusive della categoria previste dalla legge n. 12/1979. Con la segnalazione del Garante - pubblicata sul bollettino n. 37 del 5 ottobre 2009, con il titolo: “Distorsioni della concorrenza e del mercato dei servizi di consulenza del lavoro e dei servizi informatici di elaborazione dati per la gestione del personale” – sono stati sollevati dubbi sulla necessità di porre una “riserva” sugli adempimenti collegati al lavoro, perché non tutelano valori costituzionali (diritto alla salute e alla difesa) e non sono eccessivamente complessi, dato che possono essere svolti anche dal datore di lavoro. Dunque, secondo il Garante, gli adempimenti in materia di gestione del rapporto di lavoro possono essere svolti senza l’ausilio dei professionisti. Inoltre, dato che il datore di lavoro rimane responsabile degli adempimenti compiuti in sua vece dai consulenti del lavoro, è sua cura, in un libero mercato, rivolgersi a chi gli offre il servizio migliore. I consulenti del lavoro, presieduti da Marina Calderone, rispondono agli attacchi sostenendo che il Garante del mercato sbaglia e favorisce in questo modo soprattutto le grandi multinazionali che elaborano i programmi per le buste paga e che hanno tutto l’interesse a standardizzare i processi, senza tener conto di tutelare i diritti individuali riconosciuti ai lavoratori.
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