Posso essere licenziata per un mancato saluto?
Pubblicato il 12 febbraio 2015
Da un po’ di tempo all’interno dell’azienda di calzature “Piedoni comodi
SRL” circolano volantini anonimi. Sembrano stampati alla buona, non
sono così gradevoli alla vista; le fitte scritte grigie sul foglio di
color giallo pallido evidenziano, quanto meno, che l’autore ignori le
indicazioni che la scienza cromatica ha proposto da Newton in poi.
D’accordo, ma il contenuto? Gina si muove con curiosità e con un po’ di
circospezione: sono pochi anni che lavora in questo calzaturificio,
preferisce non esporsi troppo.
Il volantino attacca senza mezzi termini le recenti novità in tema di
licenziamento contenute nella legge delega n. 183/14 (Jobs Act), parla
esplicitamente di mercificazione del lavoro, di mortifera supremazia
dell’economia sulla persona, di degenerazione del sistema delle
protezioni sociali e via dicendo.
Gina è una giovane donna, non è iscritta al sindacato, gli anni ‘70 li
conosce per sentito dire e per merito di qualche film. Ha bisogno di
un’informazione il più possibile asettica e accurata, decide così di
rivolgersi all’Ispettorato del lavoro e subito incalza il funzionario di
turno:
“Ma è vero che in caso di licenziamento disciplinare
illegittimo non è più ammessa in alcun caso la reintegra nel posto di
lavoro? Ispettore, mi dica la verità, davvero un datore di lavoro può
liberarsi del proprio dipendente semplicemente pagando un’indennità?”.
“Il discorso è complesso - risponde l’ispettore - .
Il Jobs
Act ha dato delle indicazioni, ma per ora nelle imprese con più di 15
dipendenti è ammessa la reintegra solo se il fatto disciplinare
addebitato è non veritiero o se, laddove fosse realmente accaduto, venga
punito dai contratti collettivi con sanzione non espulsiva. In ogni
caso i decreti attuativi del Jobs Act esprimono una spiccata tendenza
verso la monetizzazione del licenziamento”.
L’ispettore spiega alla lavoratrice che quando il rapporto fiduciario
datore di lavoro/lavoratore s’incrina forse non è opportuno obbligare ad
andare avanti a qualunque costo. Basterebbe puntare più sull’
outplacement
(ancora non previsto nel Jobs Act), una modalità molto utilizzata nei
paesi anglosassoni: si tratta di un consulente, pagato dall’impresa che
licenzia, che aiuta il lavoratore a ricollocarsi.
Mille pensieri si addensano nella testa di Gina:
“Potrò essere licenziata anche per un mancato saluto di cortesia al mio datore di lavoro?”.