Professionisti, rivedere norme e sanzioni antiriciclaggio

Pubblicato il 28 marzo 2017

Nella prima delle due giornate di audizioni presso le Commissioni Giustizia e Finanze della Camera, i professionisti e gli operatori tecnici intervenuti hanno evidenziato come le disposizioni dello schema di decreto legislativo, approvato in Cdm il 24 febbraio 2017, che recepisce la quarta direttiva comunitaria in materia di antiriciclaggio non funzionino, soprattutto con riferimento al capitolo “sanzioni”.

In particolare, avvocati, notai e dottori commercialisti hanno presentato un documento congiunto nel quale evidenziano gli aspetti del Dlgs di recepimento della IV direttiva antiriciclaggio che, secondo loro, non vanno bene in quanto impattano ancora di più sui loro adempimenti, senza apportare alcuna semplificazione.

Violazioni formali: importi da ridurre

Nello specifico i professionisti sottolineano la necessità di rivedere gli importi minimi per le violazioni meramente formali, motivando tale loro richiesta, in una nota congiunta, come spinta da “evidenti esigenze di ragionevolezza e proporzionalità”. Inoltre, gli stessi professionisti giuridico-economici hanno evidenziato l’esigenza di un’estensione generalizzata dell'istituto dell’oblazione che, invece, nel testo attuale consegnato al Parlamento è limitato solo ad alcune fattispecie sanzionatorie, non ritenendo in tal senso pienamente convincente il meccanismo di pagamento in misura ridotta previsto negli altri casi.

Riguardo alle sanzioni, l’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici (Ania) evidenzia l’esigenza di “riequilibrare l’importo delle sanzioni previste” riformulando il provvedimento e prevedendo “una forbice sanzionatoria maggiormente proporzionata” e l’applicazione della “sanzione più grave soltanto per il caso delle violazioni reiterate nel corso del tempo”.

Segnalazioni tardive da rivedere

Inoltre, le stesse categorie professionali auspicano un ripensamento della nozione di segnalazione tardiva, che così formulata risulta penalizzante per tutti i soggetti destinatari degli obblighi antiriciclaggio, mentre altri, come per esempio, la Money transfer group (Associazione rappresentativa delle società di money transfer) ne chiedono addirittura l'abrogazione.

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