Servitù di stillicidio da provare con l’esistenza di un’opera permanente

Pubblicato il 24 agosto 2012 Solo la presenza di un'opera di natura permanente proverebbe l’esistenza di una servitù di stillicidio, che consente, cioè, di far sgocciolare i panni sull'inquilino del piano di sotto.

La semplice presenza di supporti metallici (o zanche) infissi dall'originario unico proprietario, non lascia per contro intendere con chiarezza “che si volesse assoggettare l'immobile inferiore allo sgocciolamento del bucato bagnato”.

E’ quanto sottolineato dai giudici di Cassazione nel testo della sentenza n. 14547 del 2012 con riferimento ad una annosa controversia tra la proprietaria di un appartamento che rivendicava una servitù di stillicidio e l’inquilina dell’immobile del piano inferiore che, per contro, la negava.
Condividi l'articolo
Potrebbe interessarti anche

Consulenti del lavoro: in scadenza la seconda rata contributiva all'ENPACL

20/06/2025

Controllo digitale sul lavoro: rischi e sfide del monitoraggio

20/06/2025

Bando Isi 2024: concluso click day del 19 giugno

20/06/2025

Tessere di identificazione dei lavoratori per rafforzare la sicurezza sul lavoro

20/06/2025

Bonus edilizi, la prima casa è agevolata

20/06/2025

Revoca delle dimissioni: iter, tempistiche e obblighi

20/06/2025

Ai sensi dell'individuazione delle modalità semplificate per l'informativa e l'acquisizione del consenso per l'uso dei dati personali - Regolamento (UE) n.2016/679 (GDPR)
Questo sito non utilizza alcun cookie di profilazione. Sono invece utilizzati cookie di terze parti legati alla presenza dei "social plugin".

Leggi informativa sulla privacy