Il Consiglio Nazionale Forense (CNF), il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC), il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) e l’Agenzia delle Entrate hanno sottoscritto un protocollo d’intesa che definisce il quadro normativo e operativo per la formazione e l’attestazione dei certificatori del rischio fiscale, nell’ambito del Tax Control Framework (TCF), elemento centrale del regime di cooperative compliance.
È quanto si legge in un comunicato congiunto pubblicato l’11 aprile 2025 sui siti istituzionali del CNF e del CNDCEC.
Il Tax Control Framework (TCF) - si rammenta - è un sistema integrato che consente alle imprese di rilevare, misurare, gestire e controllare in modo strutturato i rischi fiscali. Inserito nel contesto dell’adempimento collaborativo, il TCF ha lo scopo di promuovere un rapporto trasparente e fiduciario tra contribuente e Amministrazione finanziaria, favorendo un approccio preventivo alla gestione delle controversie tributarie.
Attraverso il protocollo, le istituzioni firmatarie intendono regolamentare l’accesso e la formazione dei professionisti che, in qualità di certificatori del rischio fiscale, saranno incaricati di verificare l’affidabilità e l’efficacia dei sistemi di controllo interno adottati dalle imprese aderenti al regime di cooperative compliance.
L’attività di certificazione, secondo quanto stabilito, è riservata esclusivamente a:
Ogni Consiglio nazionale sarà responsabile della tenuta e dell’aggiornamento del proprio elenco dei certificatori abilitati, mentre l’elenco aggregato sarà pubblicato dall’Agenzia delle Entrate e articolato in due sezioni distinte per categoria professionale.
Per ottenere l’attestazione, i professionisti dovranno seguire un percorso formativo strutturato e superare un test di valutazione finale.
Il programma formativo ha una durata complessiva massima di 80 ore e si articola in tre moduli tematici principali.
Particolare rilievo è attribuito all’approfondimento dei sistemi di controllo interno e alla gestione dei rischi fiscali, che deve occupare almeno la metà delle ore complessive del corso.
Gli altri due moduli sono dedicati, rispettivamente, ai principi contabili e al diritto tributario, discipline fondamentali per l’inquadramento normativo e contabile del rischio fiscale.
Al termine del percorso, i partecipanti saranno sottoposti a un test di valutazione il cui superamento darà diritto all’attestazione, rilasciata dal Consiglio nazionale di appartenenza (CNF o CNDCEC) in base all’albo professionale di iscrizione.
I contenuti e le modalità di svolgimento dei corsi e delle valutazioni saranno definiti congiuntamente da CNF, CNDCEC, MEF e Agenzia delle Entrate.
Il protocollo prevede due livelli di esonero: totale, per chi ha già maturato esperienze specifiche, e parziale, limitatamente ad alcuni moduli, in funzione di titoli accademici o ruoli professionali ricoperti.
Esonero totale da corso e test
L’esonero completo si applica ai professionisti iscritti da almeno cinque anni all’Albo degli avvocati o alla sezione A dell’Albo dei commercialisti che:
Esonero parziale per specifici moduli
L’esonero parziale riguarda esclusivamente i moduli coerenti con le competenze accademiche o professionali già acquisite.
Tale tipo di esonero è riconosciuto a:
Per il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, la firma del Protocollo costituisce "un passo importante per consolidare il rapporto di fiducia tra Amministrazione finanziaria e imprese, valorizzando la corretta gestione del rischio fiscale e rafforzando la certezza del diritto".
Anche i vertici degli ordini professionali hanno sottolineato il valore strategico dell’iniziativa.
Elbano de Nuccio, presidente del CNDCEC, ha evidenziato come l’esclusività attribuita a commercialisti e avvocati sia espressione della fiducia del legislatore nelle loro competenze e della loro responsabilità nel sostenere la tenuta del sistema economico nazionale;
Francesco Greco, presidente del CNF, ha sottolineato il valore del coinvolgimento degli avvocati e la centralità delle professioni ordinistiche nel garantire competenza, indipendenza e trasparenza nel rapporto tra contribuente e Stato.
Il protocollo siglato l’11 aprile 2025, in definitiva, segna un’evoluzione rilevante nella gestione del rischio fiscale e nella promozione di un modello di compliance preventiva, che affida a figure professionali qualificate il compito di verificare l’efficacia dei sistemi di controllo interno.
Si rafforza, in tal modo, un sistema di relazioni fiscali improntato alla trasparenza, all’affidabilità e alla responsabilità condivisa tra imprese e Amministrazione.
Di seguito, una Tabella riepilogativa con le regole previste nel Protocollo d'intesa relativo ai certificatori del Tax Control Framework.
Ambito | Contenuto |
---|---|
Soggetti abilitati | Avvocati (CNF) e commercialisti iscritti alla sezione A dell’albo (CNDCEC) |
Ente rilascio attestazione | CNF o CNDCEC, a seconda dell’albo di appartenenza |
Elenco ufficiale | Tenuto dai Consigli nazionali e pubblicato sul sito dell’Agenzia delle Entrate |
Durata formazione | Massimo 80 ore |
Struttura corso | Tre moduli: 1. Sistemi di controllo interno e gestione dei rischi (≥ 50%) 2. Principi contabili 3. Diritto tributario |
Test finale | Obbligatorio per ottenere l’attestazione |
Esonero totale | - Incarichi validati da AE - Ruolo di responsabile rischio fiscale per almeno 5 anni - Audit o vigilanza per almeno 2 anni - Professori universitari (ECON-06/A, IUS 12) |
Esonero parziale | - Ricercatori universitari (A e B) - Revisori legali (modulo contabile) - Dottori di ricerca o Master II livello (moduli coerenti) - Esperienza biennale in grandi imprese (Direttiva UE 2023/2765) |
Riferimento normativo | Protocollo d’intesa CNF, CNDCEC, MEF, Agenzia delle Entrate – 11 aprile 2025 |
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