Con la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale del 4 settembre 2025, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) ha emanato il nuovo decreto sulla ridefinizione delle procedure per gli “Accordi per l’innovazione”, uno degli strumenti principali della politica industriale nazionale a sostegno della ricerca e sviluppo (R&S) delle imprese.
Il provvedimento riscrive in modo organico l’intero quadro normativo, modificando e sostituendo il decreto direttoriale del 31 dicembre 2021, per adeguarlo alle più recenti disposizioni europee in materia di aiuti di Stato (Regolamento GBER 2023) e ai principi ambientali del DNSH – “Do No Significant Harm”, introdotti dal PNRR.
L’intervento del MIMIT mira a semplificare e rendere più efficace la gestione degli Accordi per l’innovazione, favorendo la realizzazione di progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale di rilevanza strategica per il sistema produttivo italiano.
In particolare, il decreto persegue i seguenti obiettivi:
Possono beneficiare delle agevolazioni previste dal decreto:
Nei progetti congiunti, ciascun proponente deve sostenere una quota minima dei costi ammissibili:
I progetti devono avere come oggetto attività di ricerca industriale o sviluppo sperimentale e rispettare i seguenti requisiti principali:
Il beneficiario è tenuto a comunicare la data di avvio del progetto entro 30 giorni, tramite dichiarazione resa ai sensi del DPR n. 445/2000.
Il decreto individua in modo puntuale le voci di spesa agevolabili, che devono essere direttamente connesse alle attività di ricerca e sviluppo:
Non sono ammesse spese inferiori a 500 euro (IVA esclusa) e devono essere tracciabili e documentate.
Le imprese beneficiarie devono adottare un sistema di contabilità separata per distinguere le spese del progetto da quelle ordinarie.
Il nuovo decreto del 4 settembre 2025 prevede che le agevolazioni per i progetti di ricerca e sviluppo siano concesse nel rispetto delle intensità massime stabilite dal Regolamento GBER (Regolamento generale di esenzione per categoria) e possano assumere due diverse forme di sostegno economico: il contributo diretto alla spesa e il finanziamento agevolato.
Contributo diretto alla spesa
Si tratta di un contributo a fondo perduto calcolato in percentuale sui costi e sulle spese ammissibili del progetto.
L’intensità dell’aiuto varia in funzione della dimensione dell’impresa beneficiaria:
Queste percentuali rappresentano i limiti massimi di intervento consentiti, nel rispetto della normativa europea sugli aiuti di Stato.
Finanziamento agevolato
Accanto al contributo a fondo perduto, le imprese possono beneficiare anche di un finanziamento agevolato, destinato a sostenere la parte restante dell’investimento.
Questo strumento può coprire fino al 20% dei costi ammissibili e presenta condizioni particolarmente vantaggiose:
In questo modo, le imprese possono contare su un supporto finanziario flessibile e a condizioni più favorevoli rispetto ai normali tassi di mercato.
Agevolazioni per gli organismi di ricerca
Per quanto riguarda gli organismi di ricerca e di diffusione della conoscenza (università, enti pubblici e privati senza scopo di lucro), il decreto prevede forme di contributo esclusivamente a fondo perduto, con intensità più elevate rispetto alle imprese:
Incrementi delle intensità di aiuto
Le percentuali di agevolazione sopra indicate possono essere maggiorate di 15 punti percentuali al verificarsi di specifiche condizioni di interesse pubblico o strategico.
In particolare, l’incremento è riconosciuto nei seguenti casi:
Grazie a queste previsioni, il decreto mira a premiare la cooperazione e la territorialità, incentivando forme di partenariato pubblico-privato e la realizzazione di progetti con impatto diffuso sul sistema dell’innovazione.
Le agevolazioni vengono erogate dal soggetto gestore in base allo stato di avanzamento dei lavori (SAL):
Sono previste:
Le Regioni, le Province autonome e le altre amministrazioni pubbliche possono stipulare Accordi quadro con il Ministero per cofinanziare progetti di ricerca di interesse strategico territoriale o settoriale.
Solo i soggetti firmatari di tali accordi possono poi partecipare al finanziamento dei singoli Accordi per l’innovazione.
Il decreto prevede inoltre che:
NOTA BENE: Il decreto MIMIT del 4 settembre 2025 definisce il quadro normativo generale per gli Accordi per l’Innovazione, ma non avvia ancora la fase operativa.
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