Dl Omnibus 2025: Sugar Tax rinviata e IVA ridotta per l’arte

Pubblicato il 23 giugno 2025

Il Consiglio dei ministri del 20 giugno 2025, ha approvato, tra i vari provvedimenti, un decreto-legge – Dl Omnibus - che introduce disposizioni urgenti per il finanziamento di attività economiche e imprese, nonché interventi di carattere sociale e in materia di infrastrutture, trasporti ed enti territoriali.

Il provvedimento prevede:

Incluso anche un bonus da 480 euro alle lavoratrici madri con due o più figli autonome o con un rapporto di lavoro a termine, con corresponsione a dicembre.

Rinvio della Sugar Tax al 2026

Il Governo, riunito il 20 giugno 2025, ha deciso di posticipare l'entrata in vigore della cosiddetta “Sugar tax”, l’imposta che colpisce le bevande zuccherate, al 1° gennaio 2026. La misura, inizialmente prevista per il 1° luglio 2025, è stata rinviata come indicato nella bozza del Decreto Legge sull’Economia.

Il rinvio comporterà una riduzione delle entrate fiscali per lo Stato:

Il presidente di Federalimentare, Paolo Mascarino, ha espresso soddisfazione per il rinvio, ma ha ribadito la richiesta di abolizione definitiva della tassa. Secondo l’associazione, la sugar tax è ingiusta e inefficace dal punto di vista della salute pubblica: non contribuisce in modo significativo al miglioramento degli stili di vita, ma grava sulle aziende e incrementa i costi per i consumatori. Le evidenze scientifiche, afferma Mascarino, non supportano l’efficacia di simili misure fiscali nel promuovere una dieta più sana.

Taglio dell’IVA sull’arte

Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha annunciato una nuova misura contenuta nel decreto omnibus (articolo 8), approvata dal Consiglio dei ministri il 20 giugno 2025, che riduce l'IVA dal 22% al 5% su tutte le operazioni legate al mercato dell’arte. Questo intervento riguarda l’intera filiera: dalle vendite tra operatori professionali all’importazione, fino alla cessione diretta da parte degli artisti.

Giuli ha definito il provvedimento un traguardo “storico” che permetterà all’Italia di tornare a giocare un ruolo di primo piano nel panorama artistico internazionale, rendendo il sistema italiano più competitivo. Secondo le stime fornite, la misura potrebbe generare un incremento di fatturato pari a circa 1,5 miliardi di euro nei prossimi tre anni.

La misura fiscale

L’IVA al 5% si applica sia alle vendite che alle importazioni di opere d’arte.

Rimane valida la possibilità di utilizzare il regime del margine, cioè l’IVA calcolata solo sulla differenza tra il prezzo di acquisto e quello di vendita, ma solo in certi casi:

I collezionisti non residenti in Italia che acquistano opere nel paese potranno usufruire dell’IVA agevolata al 5%.

Se invece acquistano in Svizzera (dove l’IVA è all’8,1%) e importano in Italia dove hanno la residenza, potranno ottenere il rimborso dell’IVA pagata all’estero.

Il luogo in cui viene consegnata l’opera è determinante per stabilire il regime fiscale applicabile.

Ripiano della spesa per dispositivi medici (anni 2015-2018) e rafforzamento della governance

Per quanto riguarda gli anni 2015, 2016, 2017 e 2018, le aziende fornitrici di dispositivi medici potranno considerare soddisfatti i propri obblighi economici – stabiliti dall’articolo 9-ter, comma 9 del decreto-legge 19 giugno 2015, n. 78 (convertito con modifiche dalla legge n. 125/2015) e dall’articolo 8, comma 3 del decreto-legge 30 marzo 2023, n. 34 (convertito dalla legge n. 56/2023) – effettuando un versamento pari al 25% delle somme indicate nei provvedimenti emanati da regioni e province autonome (Payback).

Questo pagamento dovrà essere effettuato entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del decreto-legge Omnibus, e andrà versato direttamente alle regioni.

Una volta effettuato per intero tale versamento, l’obbligo economico delle aziende per il periodo 2015-2018 sarà considerato completamente estinto, impedendo loro di intraprendere azioni legali per contestare il pagamento dovuto per quegli anni.

Dopo la scadenza del termine di 30 giorni, le regioni e le province autonome dovranno certificare l’avvenuto pagamento attraverso atti ufficiali pubblicati sui rispettivi bollettini e siti istituzionali. Tali comunicazioni dovranno essere inviate anche al TAR del Lazio, comportando la chiusura delle controversie legali avviate contro i provvedimenti regionali e provinciali menzionati.

Le spese legali saranno compensate tra le parti.

Se le aziende non rispettano l’obbligo di pagamento nei termini stabiliti, si applicano le norme previste nei periodi quinto e sesto del già citato articolo 9-ter, comma 9-bis, che restano pienamente in vigore.

Payback sanitario, cosa è

Il payback sanitario è un meccanismo finanziario introdotto per contenere la spesa pubblica nel settore sanitario, in particolare quella relativa a farmaci e dispositivi medici acquistati dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN).

L’obiettivo del payback è garantire che la spesa sanitaria non superi determinati tetti di spesa stabiliti per legge. Quando ciò accade, parte del costo eccedente viene "restituito" allo Stato o alle Regioni dalle aziende fornitrici.

Viene fissato un tetto di spesa annuale per farmaci o dispositivi medici, distinto per ambito (ospedaliero o convenzionato).

Se il tetto viene superato, le aziende del settore (farmaceutiche o fornitrici di dispositivi) sono obbligate a contribuire al ripiano dello sforamento.

Il contributo (o “payback”) è ripartito tra tutte le aziende del comparto, in base alla loro quota di mercato o al valore delle forniture effettuate.

L’importo che ogni azienda deve versare viene comunicato dalle Regioni o dal Ministero della Salute.

Il Payback dispositivi medici è stato introdotto di recente ed è oggetto di contestazioni da parte delle aziende per via delle modalità di calcolo e dell'applicazione retroattiva.

Criptovalute: aggiornamenti sul sistema di vigilanza

Il trasferimento della responsabilità di controllo sulle criptovalute, attualmente affidata all’OAM (Organismo Agenti e Mediatori), è stato posticipato. Il passaggio alla Consob avverrà entro il 31 dicembre 2025.

La norma riorganizza inoltre le scadenze entro cui i fornitori di servizi legati agli asset virtuali dovranno effettuare la registrazione, scegliendo se farlo presso l’OAM o direttamente presso la Consob, e presentare domanda per operare legalmente sul territorio italiano.

Zona franca urbana Sisma 2016: confermata per il 2025

Buone notizie per commercianti e artigiani delle zone colpite dal terremoto del 2016: il Consiglio dei ministri del 20 giugno 2025 ha approvato il rifinanziamento della zona franca urbana (ZFU) per l’anno 2025, destinando 11,7 milioni di euro a sostegno delle imprese ancora in difficoltà. Contestualmente, è stata ufficializzata anche la proroga al 2026 del superbonus 110% destinato agli interventi di ricostruzione privata.

Il commissario straordinario alla ricostruzione Guido Castelli, ha sottolineato come questa decisione rappresenti un segnale concreto di supporto per centinaia di piccole realtà produttive che temevano di dover cessare l’attività a causa dell’assenza di misure economiche di sostegno.

Va ricordato che la Zona Franca Urbana consente alle imprese localizzate nel cratere sismico di usufruire di agevolazioni fiscali e contributive, tra cui il pagamento di contributi previdenziali e assistenziali attraverso un apposito fondo statale. Questa misura, attiva fin dal 2016, è pensata per essere prorogabile fino a 14 anni dal sisma, offrendo un sostegno vitale a realtà economiche che operano in territori spesso segnati dallo spopolamento e da difficoltà economiche strutturali.

Oltre alla proroga della ZFU, il governo ha stabilito anche:

Turismo: sostegno al benessere abitativo dei lavoratori del settore (staff housing)

Per promuovere condizioni di maggiore benessere a favore dei lavoratori impiegati nel settore turistico e ricettivo - inclusi coloro che operano presso attività di somministrazione di cibi e bevande - e generare effetti positivi sul piano sociale, economico e occupazionale nei territori coinvolti, è autorizzato uno stanziamento finanziario pari a 44 milioni di euro per il 2025 e 38 milioni di euro per ciascuno degli anni 2026 e 2027.

Di questi, 22 milioni di euro per il 2025 e 16 milioni annui per il 2026 e 2027 saranno destinati all’erogazione di contributi per investimenti mirati alla creazione, riqualificazione o ammodernamento di alloggi riservati ai lavoratori del comparto, con attenzione all’efficienza energetica e alla sostenibilità ambientale.

Altri 22 milioni di euro all’anno (per ciascuno dei tre anni indicati) finanzieranno contributi per sostenere i costi di affitto di tali abitazioni.

Le risorse saranno indirizzate a soggetti in possesso della piena disponibilità di immobili, che gestiscono a livello imprenditoriale:

Entro 30 giorni dalla pubblicazione del Dl Omninus, un decreto del Ministro del Turismo definirà:

Le reazioni

Il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, ha spiegato che il nuovo intervento punta a rendere il settore turistico più attrattivo per giovani professionisti qualificati, in un comparto in espansione ma in forte difficoltà nel reperire personale. Secondo il ministero, questa misura rappresenta il primo passo all’interno del Piano Casa del Governo, pensato per affrontare la crisi occupazionale giovanile.

“Il valore di questo intervento, unico nel suo genere – ha evidenziato Santanchè – risiede nella sua doppia funzione: da un lato vogliamo migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei dipendenti del settore offrendo soluzioni abitative a condizioni favorevoli; dall’altro, si tratta di un aiuto concreto agli imprenditori del comparto turistico”.

Anche il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha accolto con favore la misura, definendola una notizia positiva. “Per attrarre nuovi talenti, è fondamentale anche fornire loro un alloggio dignitoso” – ha spiegato Orsini durante l’assemblea generale di Unindustria Reggio Emilia.

Proroghe per il settore turismo

Nel provvedimento varato il 20 giugno 2025 in Consiglio dei Ministri sono contenute anche due proroghe rilevanti per il comparto turistico:

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