Associazione Nazionale Magistrati compie 110 anni

Pubblicato il 11 febbraio 2019

Si è svolto a Roma, l'8 e il 9 febbraio 2019, un evento per festeggiare i 110 anni di costituzione dell'Associazione Nazionale Magistrati (ANM).

La cerimonia inaugurale si è tenuta venerdì 8, presso l'aula magna dell'Università “Sapienza”, alla presenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Relazione del presidente 

Durante i lavori, è stata data lettura della relazione del presidente dell’ANM, Francesco Minisci, e si sono succeduti gli interventi del vice presidente del CSM, David Ermini, e del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede.

Associazionismo giudiziario, sicurezza giudiziaria, vuoti di organico

Nella relazione, Minisci si è espresso sul valore dell’associazionismo giudiziario, precisando che l'adesione ad un gruppo non influisce nell'imparzialità dei magistrati ed è sbagliato ogni parallelismo tra le correnti e la politica.

Oggi più che mai” - ha sottolineato - “l’associazionismo giudiziario è e deve essere percepito, veicolato e vissuto come un valore, come la sede in cui crescono e si alimentano quei principi costituzionali del pluralismo e della democrazia che stanno alla base dello Stato di diritto”.

La magistratura – ha chiarito Minisci - non aspira ad alcun ruolo di supplenza della Politica, "abbiamo ben presente quali siano i confini dei nostri compiti e delle nostre prerogative"; è tuttavia “evidente che reagiamo ad ogni tentativo di invadere il nostro campo, da chiunque provenga”.

Il presidente dell'ANM si è poi soffermato sul tema della edilizia giudiziaria e della sicurezza negli Uffici giudiziari, definito come “una assoluta priorità”, per il quale ha reso nota la richiesta, inoltrata al Guardasigilli, di un piano straordinario di risorse per l’edilizia giudiziaria.

Prioritario, per Minisci, è anche il tema della copertura dei vuoti di organico del personale amministrativo, con riferimento al quale ha sottolineato l'esistenza di una carenza di circa 9mila unità rispetto a quanto previsto in organico, “una carenza significativa, tale da incidere negativamente e rallentare il lavoro giudiziario”.

Sulle piante organiche di magistratura, il rappresentante dell'ANM ha definito come “indiscutibilmente positiva” la scelta di bandire ogni anno un concorso, formulando anche l'auspicio, per il futuro, di una pianificazione sistematica dei concorsi.

Rischio efficientismo, riforme di sistema

Minisci ha quindi analizzato il crescente rischio di un approccio efficientista alla giurisdizione, in considerazione della sempre maggiore domanda di giustizia, sia nel settore civile che nel penale.

L’efficientismo – ha evidenziato - “è contrapposto all’efficienza, la quantità non sempre garantisce la qualità”. Così, per garantire livelli soddisfacenti di efficienza e di qualità è necessario intervenire sui numeri e snellire le procedure.

Proprio a tal fine, ha messo in evidenza che l'associazione, nei mesi scorsi, ha consegnato al ministro Bonafede alcune proposte di riforma del processo penale e del processo civile.

Le riforme “devono guardare all’impatto sul sistema e non essere fatte a seguito di un caso di cronaca o sull’onda emotiva perché in questo caso hanno le gambe corte e fanno più danni di quelli che intendono evitare”. Per Minisci, ossia, solo con una visione d’insieme e lungimiranza, “si potrà veramente dire di avere a cuore l’efficacia dell’azione giudiziaria dello Stato e le garanzie costituzionali dei cittadini”.

Dialogo con l'Avvocatura, fondamentale

E sul tema delle riforme, ha sottolineato l'importanza della collaborazione e del dialogo con l’Avvocatura.

Secondo il Presidente, una azione comune con il foro, pur nella fisiologica diversità di vedute, è imprescindibile, nella convinzione “dell’alta funzione dell’avvocato nel nostro sistema ed è proprio per questo che non ci appartiene e non deve appartenerci la logica della contrapposizione, una visione antagonista dei ruoli, sterile e fine a se stessa che non fa bene a nessuno e che pregiudica specialmente i cittadini”.

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