Terzo settore con riforma

Pubblicato il 31 marzo 2016

E' arrivato nella seduta del 30 marzo 2016 il via libera del Senato al Disegno di legge delega per la riforma del Terzo settore, dopo l'approvazione circa un anno fa, in prima lettura, dei deputati. Il testo del provvedimento, che ha già inglobato numerose modifiche nel precedente passaggio alla Camera, dovrà ora tornare all'esame di Montecitorio.

Impresa sociale come soggetto giuridico

Il primo grande riconoscimento ad opera del Ddl per il Terzo settore è quello di essere divenuto “finalmente un soggetto giuridico”.

Le associazioni di volontariato, le cooperative sociali, le fondazioni e le associazioni di promozione sociale saranno ora considerate parte di un'unica famiglia, con caratteristiche comuni riconosciute per legge, pur rimanendo soggetti con una loro specificità e diversi modelli organizzativi.

Secondo questa nuova impostazione, l'impresa sociale privata avrà come obiettivo principale la realizzazione di risultati sociali positivi da conseguire mediante la produzione, lo scambio di beni o servizi di utilità sociale, indirizzando i propri proventi al raggiungimento prioritario di obiettivi collettivi.

Oltre che ai settori di attività già previsti, il Ddl delega prevede per le imprese sociali anche l'accesso al comparto del commercio equo e solidale, dei servizi per il lavoro finalizzati all'inserimento dei lavoratori svantaggiati, dell'alloggio sociale e dell'erogazione del microcredito da parte di soggetti abilitati.

Allo stesso tempo, saranno imposti a tali categorie di imprese distinti obblighi di trasparenza e limiti per retribuire i titolari degli organismi dirigenti.

Le funzioni di vigilanza, monitoraggio e controllo pubblico sugli enti del Terzo settore saranno svolte dal ministro del Welfare

Servizio civile aperto a tutti

Una novità riguarda anche il servizio civile, che sarà senza limiti, aperto a tutti e su base volontaria, per accogliere i giovani di età compresa tra i 18 e i 28 anni, sia italiani che stranieri (ma regolarmente soggiornanti in Italia), nella realizzazione di esperienze di solidarietà, inclusione sociale, cittadinanza attiva e tutela del patrimonio culturale, cosicchè il suo valore formativo possa essere riconosciuto in ambito universitario e nel mercato del lavoro, come spiegato dallo stesso Ministro del Lavoro Poletti.

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