Bilanci pubblici, criteri internazionali

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L’adozione degli standard contabili Ipsas (traduzione “pubblica” degli Ias) si diffonde dall’Onu all’Unione europea. L’ultima amministrazione ad accoglierli è proprio l’Onu, che dieci giorni fa ha votato un piano di riforma finanziaria per far adottare gli standard all’Organizzazione e alle proprie Agenzie. Tempo prima, Nato e Commissione europea avevano parimenti proceduto all’adozione di quei principi, con regolamento 1605/2002. Così pure singoli Stati e Pubbliche amministrazioni locali. I 21 standard elaborati dalla commissione in seno all’Ifac (Federazione internazionale dei contabili) disegnano i modi per una corretta contabilizzazione dei principali elementi dei bilanci pubblici e, soprattutto, indicano la comparabilità dei criteri come via maestra per la trasparenza contabile. Il nostro Paese aveva aperto la strada, nella scorsa legislatura, agli standard, con un Ddl del Governo Berlusconi, che si è arenato al Senato. Gli addetti ai lavori ritengono urgente riprendere quella strada per evitare il rischio di vedersi imposto da una direttiva comunitaria un adeguamento a tappe forzate.  

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