Sommerso, pronto il blitz

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Nonostante l’aumento degli obblighi in capo ai datori di lavoro e l’inasprimento delle sanzioni (dal 1° ottobre), le nuove misure della Manovra estiva potrebbero non bastare per contrastare il lavoro sommerso. Così come inadeguate sembrano essere anche le previsioni della nuova Finanziaria. Il problema parte dalla stessa definizione di lavoratore “in nero”, oltre che dall’effettivo intendimento della legge n. 248/2006 nella parte in cui prevede che la presenza di personale sul lavoro debba trovare conferma in “scritture o altra documentazione obbligatoria”. In difetto di tali definizioni normative è facile incorrere nel rischio di vedere crearsi vasti contenziosi sul labile concetto di lavoro “sommerso”. A sostegno di tali difficoltà, la nota della Direzione regionale del Veneto del 30 agosto scorso, che sottolinea come l’intento della legge sia piuttosto quello di reprimere l’impiego di personale di cui dolosamente, o con grave negligenza, si sia omessa ogni pubblica evidenza. Le maxisanzioni (sospensione dei lavoratori e multe salate) riguarderanno perciò solo i lavoratori totalmente in nero perchè non iscritti almeno nei libri obbligatori, nel registro di cantiere o non altrimenti noti ai servizi del lavoro, previdenziali e fiscali. A parte la prova di un più complesso e intenzionale “disegno” elusivo.

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