Crisi d'impresa Piano industriale con metodo

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Crisi d'impresa Piano industriale con metodo

La Fondazione Nazionale dei Commercialisti, con il documento del 15 dicembre 2016, interviene sulla predisposizione del “piano industriale” nell'ambito delle procedure di crisi d'impresa, fornendo una metodologia per la sua costruzione e un'indicazione sui contenuti dei prospetti informativi, che si devono redigere a seconda delle varie tipologie di crisi.

Crisi d'impresa

In primo luogo, la Fondazione evidenzia che la crisi costituisce uno stato patologico della vita dell'impresa, che si verifica in presenza di una situazione di squilibrio economico e finanziario, non isolato, ma permanente nel tempo, con la conseguente difficoltà di “creare valore” e ripristinare la corretta funzionalità della gestione aziendale.

Ne deriva che, al fine di salvaguardare l'azienda, è necessario procedere al risanamento, agendo per fasi:

  • analizzando le cause della crisi,
  • analizzando i dati economici, finanziari e patrimoniali storici,
  • analizzando il mercato e il posizionamento competitivo della medesima impresa,
  • valutando tutti gli strumenti giuridici offerti dall'ordinamento,
  • redigendo il Business Plan e i flussi di cassa prospettici,
  • pianificando l'esecuzione e il monitoraggio del piano strategico.

In questo processo di risanamento un ruolo centrale è svolto dal Commercialista.

Piano industriale

Nello specifico, con riguardo alla formazione del piano industriale, il documento della Fondazione nazionale commercialisti, evidenzia la necessità che nella fase di redazione dello stesso vengano seguite varie fasi tecniche e giuridiche.

Il piano industriale, infatti, viene considerato dalla Fondazione come l'autentico cuore del processo di risanamento dell'impresa in crisi, finalizzato al riequilibrio della situazione economico-finanziaria e, quindi, alla riorganizzazione dell'impresa.

Esso, infatti, deve essere predisposto dall'imprenditore oppure dall'organo amministrativo della società, il quale si assume contestualmente anche le responsabilità degli impegni assunti, delle strategie indicate e degli interventi finalizzati al risanamento.

Dal punto di vista strutturale il piano si compone di due parti distinte:

- una parte qualitativa, dove devono essere indicati gli aspetti fondamentali del piano

- una parte quantitativa nella quale, mediante lo sviluppo di proiezioni economiche e finanziarie, si tende ad evidenziare i risultati attesi dall'iniziativa.

Inoltre, nell’ambito della crisi d’impresa, il piano industriale elaborato deve rispettare i requisiti minimi di sostenibilità, coerenza e attendibilità. Così, in presenza di un successivo scostamento, il commissario giudiziale dovrà sicuramente intervenire se la deviazione risulta rilevante, imputabile alle decisioni del debitore e si prospetti l’irrealizzabilità.

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