Inviti al contradditorio “nuovi”: più dettagliati e motivati

A seguito di una specifica circolare agenziale (n. 5/E/2008) e una serie di sentenze della Cassazione, emesse nel mese di dicembre scorso, gli inviti al contraddittorio basati sugli studi di settore stanno diventando sempre più motivati. Infatti, proprio dalle recenti pronunce emerge che gli studi di settore da soli rappresentano una semplice anomalia del comportamento fiscale del contribuente; pertanto, solo con l’apporto di nuovi elementi che giungono dal contraddittorio sarà possibile ottenere i requisiti di gravità, precisione e concordanza propria delle presunzioni semplici.

Da qui, la conclusione che l’invito a presentarsi di fronte agli uffici per un confronto diventa, ormai, un fatto importantissimo che consente al contribuente di poter fornire tutte le indicazioni necessarie per iniziare un confronto dettagliato.

Emerge subito che dopo le recenti modifiche, la “procedura automatizzata” con cui si faceva prima il controllo dei ricavi, ora non viene più menzionata nella nuova versione dell’invito. Ma, anzi, si specifica che l’esistenza dei maggiori ricavi stimati dallo studio e del conseguente maggior reddito d’impresa sono confermati da altri elementi specifici che vengono evidenziati. Inoltre, passo fondamentale del nuovo invito è l’incrocio del reddito dichiarato con gli elementi di spesa, per poter escludere con una certa sicurezza che i ricavi effettivamente conseguiti siano inferiori a quelli stimati dallo studio.

Dunque, tra il primo modello di invito al contradditorio e quello che dovrebbe essere usato ora c’è una grande differenza, anche se appare evidente che la capillarità degli uffici sul territorio nazionale rende difficile operare un drastico cambio di rotta. Si potrebbe incorrere nel rischio che per qualche tempo si continui ad usare un modello ibrido.