Opzione donna e riforma delle pensioni: nuove ipotesi del Governo

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Opzione donna e riforma delle pensioni: nuove ipotesi del Governo

Quale sarà il futuro della pensione anticipata Opzione donna? Qualche anticipazione arriva dalla mozione (della maggioranza) approvata, alla Camera, nella seduta del 9 maggio 2023 e dalle mozioni (della minoranza) respinte nel corso della medesima seduta.

Vediamo di seguito le direttrici che ispireranno l'azione riformatrice del Governo con riguardo a Opzione donna e alla prossima riforma delle pensioni.

Opzione donna: escluso il ritorno al passato

La Camera ha esaminato e respinto le mozioni Orlando ed altri (n. 1-00103), Appendino ed altri (n. 1-00119), Ghirra ed altri (n. 1-00133) e D'Alessio ed altri (n. 1-00134).

Nello specifico, la mozione Orlando (n. 1-00103) e la mozione Appendino (n. 1-00119) impegnavano il Governo ad adottare per Opzione donna, dal primo provvedimento utile, le iniziative finalizzate a ripristinare le condizioni vigenti al 31 dicembre 2022, precedentemente l'entrata in vigore della legge di Bilancio 2023 (articolo 1, comma 292 della legge 29 dicembre 2022, n. 197).

Per le novità della legge di Bilancio 2023: Legge di Bilancio 2023: la mappa delle novità per le pensioni

In aggiunta, la mozione Appendino (n. 1-00119) chiedeva al Governo l'impegno a prevedere l'adozione di nuove iniziative volte a ridurre la penalizzazione femminile in campo previdenziale e la disuguaglianza di genere nel mercato del lavoro, con particolare riguardo ai bassi livelli contributivi e alle interruzioni di contribuzione per maternità e lavoro di cura.

Finalità condivise dalla mozione Ghirra (n. 1-00133) nella quale si chiedeva l'abrogazione delle novità su Opzione donna introdotte dalla legge di Bilancio 2023, nel rispetto della copertura finanziaria da quest'ultima prevista, e l'introduzione di nuove iniziative legislative finalizzate a ridurre il divario pensionistico di genere.

Il gender pay gap nel settore privato è anche al centro della mozione D'Alessio (n. 1-00134) con la quale si chiedeva al Governo l'impegno:

  • ad adottare iniziative mirate a ridurre il divario di genere in campo pensionistico tramite il raggiungimento dell'effettiva parità di genere in campo lavorativo e attuando le misure previste dalla Strategia nazionale per la parità di genere;
  • a completare l'attuazione del Family Act, incentivando il lavoro femminile, favorendo la condivisione dei compiti di cura nonchè l'armonizzazione dei tempi di vita e di lavoro, riformando I congedi parentali nonchè le misure di sostegno all'educazione dei figli e al rafforzamento dei servizi educativi e socio-educativi e delle scuole dell'infanzia anche con le risorse del PNRR;
  • nelle more, a prorogare i regimi di accesso anticipato alla pensione esistenti e a valutare la possibilità di considerare i periodi di congedo per la madre utili ai fini contributivi per la durata della maternità o della paternità.

Nuove direttrici di azione del Governo

Nella stessa seduta del 9 maggio 2023 è stata approvata la mozione presentata dalla maggioranza, a firma di Rizzetto, Giaccone, Tenerini, Cavo ed altri (n. 1-00136)

Si evidenzia, nella mozione in oggetto, come le difficoltà incontrate dalle donne in ambito lavorativo (difficile accesso, carriere discontinue, stipendi bassi, modesto accumulo di contributi pensionistici) incidano anche sui trattamenti previdenziali.

Eloquenti sono i dati dell'Osservatorio dell'INPS sui flussi di pensione 2022 che attestano che:

  • le donne percepiscono un assegno previdenziale più basso del 30% rispetto a quello degli uomini (in media, 976 euro delle donne verso 1.381 euro degli uomini, considerando i diversi trattamenti pensionistici di vecchiaia, anticipati, di invalidità e superstiti);
  • il numero di donne andate in pensione è più alto di quello degli uomini (sulle 779.791 nuove pensioni erogate dall'INPS, le donne sono 437.596 mentre gli uomini 342,195);
  • sono aumentate le pensioni erogate con il regime Opzione Donna (nel 2022, sono infatti state liquidate 23.812 posizioni previdenziali, con un aumento rispetto al 2021 del 15,4%).

Stante la siuazione illustrata e tenuto conto delle novità introdotte con la legge di Bilancio 2023, il Governo si impegna:

1) ad adottare specifiche iniziative per contrastare il divario pensionistico di genere;

2) ad individuare forme di flessibilità pensionistica compatibili con i vincoli di finanza pubblica;

3) a esaminare “formule innovative che permettano di anticipare la decorrenza della pensione, ma consentendo di integrarla con una più ridotta prestazione lavorativa, facilitando l'integrazione con i tempi di vita e di cura”.

Un punto, quest'ultimo, che potrebbe aprire a nuove e diverse prospettive pensionistiche per le donne. 

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