Affitti brevi, dalla Ue il Codice unico europeo

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Affitti brevi, dalla Ue il Codice unico europeo

Grandi novità in materia di affitti brevi si registrano a livello europeo.

Mentre l’Italia sta cercando di attuare le regole approvate a fine anno con la Legge di bilancio 2024 e la conversione in legge del Decreto Anticipi - finalizzate a dare su base nazionale regole omogenee tra le varie Regioni, che ancora adottano procedure e parametri differenti tra loro - l’Unione europea ha messo a punto il Codice Unico Europeo per gli affitti brevi a destinazione turistica.

Affitti brevi, Codice Unico UE

In data 18 marzo 2024 è arrivata la regolamentazione europea per gli affitti brevi; infatti, il Consiglio dell’Ue ha approvato l’introduzione del Codice Unico Europeo che verrà applicato a tutti gli immobili a destinazione turistica.

Si tratta di un Regolamento relativo alla raccolta e alla condivisione dei dati riguardanti i servizi di locazione di alloggi a breve termine: ossia un atto legislativo che aumenterà la trasparenza nel settore della locazione di alloggi a breve termine e aiuterà le autorità pubbliche a regolamentare questa parte sempre più importante del settore turistico.

Questa è l'ultima tappa del processo decisionale. Dopo la firma da parte della presidente del Parlamento europeo e del presidente del Consiglio, il Regolamento sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea ed entrerà in vigore il ventesimo giorno successivo alla pubblicazione. L’applicazione è prevista entro 24 mesi dall'entrata in vigore.

NOTA BENE: Pertanto, tra due anni, l’Europa sarà dotata di una banca dati in grado di contenere tutte le informazioni di un mercato in forte espansione, soprattutto attraverso le piattaforme online dove transitano centinaia di milioni di pernottamenti.

Affitti brevi, la svolta UE

La locazione di appartamenti, case o stanze per brevi periodi di tempo è diventata una scelta diffusa tra i turisti e i viaggiatori in cerca di alloggio.

Le piattaforme online hanno promosso l'utilizzo di questi servizi che al momento coprono quasi un quarto del numero totale di alloggi per turisti nell'UE.

Il Regolamento messo a punto dall’Unione europea si limita ad armonizzare la creazione di un sistema di registrazione di facile utilizzo con disposizioni comuni e non è inteso a disciplinare l'accesso al mercato di tali attività.

L’obiettivo, infatti, è quello di garantire una maggiore trasparenza nel settore della locazione a breve termine e sostenere le autorità pubbliche nella promozione del turismo sostenibile.

La raccolta e la condivisione dei dati consentiranno di mettere in atto politiche locali efficaci e proporzionate per affrontare le sfide e le opportunità associate al settore della locazione a breve termine

Regolamento Ue, trasparenza e raccolta dati

Le nuove norme introducono obblighi di registrazione armonizzati per i locatori e le loro abitazioni destinate alla locazione a breve termine, compresa l'attribuzione di un numero di registrazione unico che dovrà essere indicato sui siti web corrispondenti e sulle piattaforme online.

NOTA BENE: Si tratta di un sistema analogo a quello che in Italia si sta cercando di attuare, seppure in ritardo, con il Codice Identificativo Nazionale (CIN).

Il Regolamento prevede la costituzione di una banca dati unica europea delle locazioni brevi che sarà in grado di contenere informazioni sul mercato con l’obiettivo di aumentare la tracciabilità di questi servizi, attraverso un processo di registrazione online armonizzato a livello europeo.

E’, infatti, previsto un processo di registrazione attraverso il quale gli host individueranno le proprietà comunicando: indirizzo, tipo di unità, numero di posti letto, identità del locatore, ecc.

Presentando queste semplici informazioni, otterranno il numero di registrazione necessario per prestare servizi di locazione di alloggi a breve termine.

ATTENZIONE: Il numero di registrazione si dovrà inserire in un registro pubblico che rappresenterà l’identificativo dell’immobile, consentirà di affittarlo e faciliterà i controlli da parte delle autorità.

Piattaforme online

Il Regolamento Ue disciplina anche le piattaforme online, che avranno alcuni obblighi relativi alla raccolta dati, alle informazioni pubblicate e al controllo su eventuali irregolarità degli host, oltre alla responsabilità legata alla veridicità delle informazioni e dei dati raccolti e pubblicati.

Inoltre, le piattaforme online dovranno garantire la "completezza e l’accuratezza dei set di dati trasmessi alle autorità competenti". Le loro interfacce dovranno essere progettate in modo da agevolare la presentazione, già prima di pubblicare l’annuncio, di tutte le informazioni richieste dalle regole europee. Infine, dovranno anche eseguire controlli a campione per ridurre gli errori e le incoerenze dei dati trasmessi dagli host con una responsabilità sulla veridicità dei dati trasmessi.

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