Assonime sul riassetto delle Spa a partecipazione pubblica. Intanto Abete interviene sul decreto Opa

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L’Associazione fra le società italiane per azioni (Assonime) pubblica la circolare n. 31, che porta la data del 27 luglio 2009, ieri. Vi vengono illustrate le regole che la legge 69 e il decreto legge 78 (di quest’anno entrambi) immettono nell’impianto normativo delle società a partecipazione pubblica e che si inseriscono nella più ampia operazione di riassetto della relativa disciplina.

L’intento legislativo perseguito finora è stato di evitare sprechi di risorse e di porre limiti alla proliferazione, soprattutto locale, delle società a partecipazione pubblica. Ne è derivato un quadro normativo a volte fin troppo rigido, quindi modificato.

La circolare 31 di ieri verte sui nuovi obblighi di adeguamento dello statuto per le società non quotate controllate dallo Stato, che:

- Riducono il numero massimo dei componenti dell’organo amministrativo a 5 o 7 membri;

- riducono i compensi degli amministratori al 25 per cento;

- prevedono deleghe operative al presidente del CdA o ad un (solo) suo altro membro;

- sopprimono della carica di vicepresidente;

- prevedono che la funzione di controllo interno riferisca all’organo di amministrazione o ad un apposito comitato eventualmente costituito all’interno dell’organo d’amministrazione;

- prevedono il divieto di corrispondere gettoni di presenza ai componenti degli organi sociali;

- limitano ai casi strettamente necessari la costituzione di comitati consultivi e remunerano i componenti con un compenso non superiore al 30% di quello loro spettante quali membri del CdA.

Assonime analizza poi anche le disposizioni che richiedono alle pubbliche amministrazioni di rivedere, entro il 30 settembre 2009, l’insieme delle società direttamente partecipate e di avviare alcune procedure di dismissione. E illustra come il legislatore, accogliendo alcune osservazioni della società, abbia riformulato le disposizioni sulle cause di ineleggibilità degli amministratori. Infine, esamina le disposizioni relative alle assunzioni di personale e alla gestione delle disponibilità finanziarie.

Il presidente di Assonime, Luigi Abete, ha intanto inviato alla Commissione Finanze della Camera e alla Commissione Finanze e Tesoro del Senato le osservazioni sullo schema di decreto correttivo del dlgs n. 229/2007, di trasposizione della direttiva europea sull'Opa. Esso prescriveva alle quotate italiane l'applicazione dei principi di passività e neutralizzazione enunciati dalla direttiva europea sull'Opa, prevedendo una clausola di reciprocità che ne consentiva la sospensione quando l'offerente non ne fosse a sua volta vincolato.

Con il decreto anticrisi (Dl n. 185/2008) l'applicazione della regola di passività degli amministratori e della neutralizzazione non é più imposta, ma viene lasciata ad una scelta statutaria delle società emittenti.

In una nota a firma dell’Associazione si legge, così, della necessità di ripristinare la previgente disciplina dell'Opa, rimuovendo le restrizioni alla contendibilità introdotte proprio dal decreto anticrisi. Per Assonime, le norme restrittive guidate dalla crisi finanziaria rendono il nostro mercato dei capitali meno attraente per gli investitori istituzionali e scoraggiano l'afflusso di capitali dall'estero. Perciò andrebbero eliminate al più presto, con il ritorno alla normalità dei mercati azionari.

Alessia Lupoi

Links Anche in
  • Corriere della Sera, p. 28 – Panorama – Assonime interviene sulla normativa delle Opa
  • Il Sole 24 Ore, p. 28 – Gli statuti cambiano pelle - Busani
  • ItaliaOggi, p. 25 – Più contendibilità per le società quotate - Fradeani

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