Reddito di libertà: cosa, come e a chi spetta

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Reddito di libertà: cosa, come e a chi spetta

Pubblicato sulla gazzetta ufficiale n. 52 del 4 marzo 2025 il decreto del 2 dicembre 2024 del dipartimento pari opportunità della presidenza del Consiglio dei ministri che definisce i contorni del reddito di libertà per le donne vittime di violenza.

Si tratta di un programma istituito dall’articolo 105 bis del decreto legge n. 34/2020 per offrire supporto economico alle donne vittime di violenza, in particolare quelle che si trovano in condizioni di vulnerabilità economica, il cui obiettivo principale è proprio fornire un aiuto tangibile che consenta alle donne di intraprendere un percorso di emancipazione e di autonomia, favorendone l’uscita dalla violenza e contribuendo così al rafforzamento della propria indipendenza economica.

E’ dunque uno strumento fondamentale che va oltre il semplice aiuto finanziario, poiché aiuta a creare le condizioni per un cambiamento duraturo nella vita delle donne che hanno subito violenza, spesso in situazioni di grave difficoltà.

Obiettivi

Gli obiettivi del reddito di libertà sono dunque chiari e mirano a rispondere in modo concreto e strutturato alle necessità delle donne vittime di violenza.

  • Sostegno economico immediato: fornisce un aiuto concreto per le donne in difficoltà economiche, che hanno bisogno di supporto per garantirsi una vita dignitosa e priva di violenza.
  • Emancipazione e autonomia: consente alle donne di costruire la propria indipendenza economica, favorendo l’uscita dalla violenza e promuovendo un percorso di autonomia abitativa e lavorativa.
  • Sostegno alla genitorialità: il contributo è esteso anche alle donne con figli minorenni, per garantire loro il supporto necessario a creare un ambiente stabile e sicuro per la crescita dei bambini.
  • Sostegno a lungo termine: oltre alla componente economica, il reddito di libertà è uno strumento che aiuta le donne a prendere in mano la propria vita, promuovendo un percorso di formazione e riabilitazione psicologica che contribuisce al loro recupero.

Chi può fare richiesta del contributo

Il reddito di libertà è destinato alle donne che si trovano in situazioni di grave difficoltà economica, generalmente a causa di esperienze di violenza domestica; tuttavia, non tutte le donne che vivono in condizione di povertà possono accedere automaticamente al beneficio, poiché esistono dei requisiti specifici che determinano chi può fare richiesta di questo contributo.

Requisiti

Per poter accedere al reddito di libertà, la richiedente deve trovarsi in una situazione di violenza fisica, psicologica o economica accertata da appositi certificati o dichiarazioni di centri antiviolenza.

E’ inoltre necessario che la donna sia in una condizione di povertà dichiarata dai servizi sociali competenti, condizione che viene verificata attraverso una valutazione socio-economica che tiene conto del reddito e delle risorse disponibili.

Il reddito di libertà è esteso anche alle donne con figli minorenni, in modo da garantire loro un sostegno adeguato per poter provvedere anche alla crescita dei propri bambini in un ambiente sicuro e stabile.

Condizione di povertà e supporto da parte dei servizi sociali

La condizione di povertà viene definita non solo dalla mancanza di un reddito adeguato, ma anche dalla necessità di affrontare una situazione di bisogno straordinario o urgente: questo significa che una donna, per poter accedere al reddito di libertà, deve trovarsi in una condizione tale da non riuscire a soddisfare i propri bisogni fondamentali come l'abitazione, il cibo, la cura di sé e dei figli, senza un adeguato sostegno economico.

Per dichiarare questa condizione, le donne devono essere seguite dai servizi sociali che, attraverso una valutazione approfondita, attestano il bisogno immediato di aiuto economico.

I centri antiviolenza svolgono perciò un ruolo fondamentale in questo processo, poiché certificano il percorso di supporto psicologico e sociale intrapreso dalla donna, attestando la sua situazione di violenza e la necessità di emanciparsi da essa.

Come presentare la domanda

Una volta verificati i requisiti necessari per fare richiesta, la donna deve seguire una procedura formale per accedere al contributo.

Il primo passo è la compilazione del modulo di domanda, che può essere scaricato online o ritirato presso gli sportelli dei centri antiviolenza o dei servizi sociali.

Il modulo richiede informazioni personali, la descrizione della situazione di violenza e delle condizioni economiche, e la dichiarazione di bisogno che deve essere firmata dai servizi sociali di riferimento.

Accanto al modulo di domanda, la donna deve allegare una serie di documenti e dichiarazioni.

  • Autocertificazione del reddito: la donna deve fornire una dichiarazione che attesti il proprio reddito e le proprie risorse economiche, al fine di dimostrare la condizione di povertà.
  • Dichiarazione del centro antiviolenza: deve essere inclusa una dichiarazione firmata dal centro antiviolenza che ha preso in carico la donna, attestante il suo percorso di uscita dalla violenza e il supporto ricevuto.
  • Certificato dei servizi sociali: una dichiarazione dei servizi sociali che confermi la condizione di bisogno urgente e straordinario, necessaria per l'erogazione del contributo.

Scadenze

Le domande per il reddito di libertà possono essere presentate ogni anno, con una scadenza fissa comunicata dal ministero per la famiglia e le pari opportunità.

Nel caso in cui la domanda non venga accolta per motivi legati alla mancanza di fondi, la donna ha la possibilità di ripresentare la domanda negli anni successivi, qualora i fondi siano nuovamente disponibili.

Inoltre, se la domanda è stata respinta per altre motivazioni, la persona interessata ha diritto a fare appello e fornire ulteriori documenti o chiarimenti.

Importo e durata

Il contributo mensile è di un importo massimo di 500 euro per ciascuna beneficiaria, somma destinata a coprire le necessità di base delle donne che si trovano in situazioni di vulnerabilità economica con l’obiettivo di garantire loro un minimo di stabilità durante il difficile processo di emancipazione dalla violenza.

L’importo è erogato per un massimo di 12 mensilità, pertanto una donna può ricevere nell’arco di un anno fino a 6.000 euro.

Incompatibilità con altri sostegni

Il reddito di libertà è incompatibile con altri strumenti di sostegno economico, come l’assegno di inclusione: in generale, le donne che ricevono il reddito di libertà non possono contemporaneamente beneficiare di altre misure di sostegno che abbiano la stessa finalità, come ad esempio il reddito di cittadinanza o altri contributi statali per le famiglie in difficoltà economica.

Questa incompatibilità è stata introdotta per evitare che le risorse destinate al reddito di libertà vengano utilizzate in modo duplicato, permettendo così di garantire che tutte le risorse disponibili siano distribuite equamente tra le donne che ne hanno realmente bisogno.

Monitoraggio

Il monitoraggio dell'erogazione dei fondi è gestito dall'Inps che ha il compito di verificarne l’efficacia e la regolarità.

L'Istituto infatti è obbligato a fornire una reportistica alla presidenza del Consiglio dei ministri e agli altri enti competenti, come il Ministero dell'Economia e delle Finanze, con cadenza trimestrale.

Il monitoraggio è essenziale anche per valutare l’efficacia del programma, analizzando il numero di donne che riescono a beneficiare del sostegno e le modalità con cui il contributo economico influisce sul loro percorso di emancipazione.

I dati raccolti dall'Inps vengono inviati alle autorità competenti per garantire una visione globale e aggiornata della situazione, con l’obiettivo di ottimizzare il sistema di aiuto, adattandolo alle nuove sfide e alle richieste crescenti.

Gestione dei fondi in caso di esaurimento

Quando il fondo destinato al reddito di libertà si esaurisce, l'Inps sospende l’accoglimento di nuove domande fino alla disponibilità di ulteriori risorse; le domande che non sono state accolte per incapienza dei fondi vengono trattate con la massima attenzione, ma non possono essere prese in considerazione per l’erogazione del contributo.

In questo caso, la revoca delle domande non accolte avviene in modo sistematico, e l’utente riceve una notifica che informa sul motivo per cui la domanda non è stata presa in carico.

Inoltre, quando si verificano carenze di fondi, le donne che hanno fatto domanda per prime, ma non sono state ancora selezionate, possono vedere la propria posizione in lista prioritizzata nei periodi successivi, qualora le risorse vengano nuovamente incrementate. Questo sistema garantisce che, nonostante l'esaurimento iniziale dei fondi, le domande non vengano dimenticate e che le donne in difficoltà possano comunque avere una chance di ricevere il supporto in futuro.

Quando invece parte dei fondi non viene erogata, a causa di domande non soddisfatte o di ritardi nell’approvazione, può essere riallocata in base alle necessità registrate durante il monitoraggio.

Per le domande non accolte nel 2023, le donne possono ripresentare la richiesta nel 2024 con priorità rispetto alle nuove istanze.

In tal modo, chi non è riuscita ad accedere al reddito di libertà nell’anno precedente, non solo ha la possibilità di accedere ai fondi disponibili nel nuovo anno, ma può farlo con una posizione prioritaria nella lista delle richieste.

Faq

1. Cos'è il reddito di libertà"?
E’ un contributo economico destinato alle donne vittime di violenza che si trovano in situazioni di povertà. L’obiettivo del programma è supportare queste donne nel percorso di emancipazione economica, garantendo loro un sostegno finanziario che consenta loro di affrontare le difficoltà quotidiane e iniziare un nuovo percorso di vita lontano dalla violenza.

2. Chi può fare richiesta?
Possono fare richiesta le donne che soddisfano i seguenti requisiti.

  • Essere vittime di violenza (fisica, psicologica, economica, ecc.).
  • Trovarsi in condizioni di povertà, certificate dai servizi sociali.
  • Avere figli minorenni, o essere senza figli, ma in stato di bisogno urgente.

3. Qual è l’importo mensile?
Il contributo massimo mensile è di 500 euro, per un massimo di 12 mensilità. Quindi, la somma annuale che una donna può ricevere ammonta a 6.000 euro.

4. Come posso fare domanda per il reddito di libertà?
Le donne interessate devono compilare un modulo di domanda disponibile online o presso i centri antiviolenza e i servizi sociali. È necessario allegare documenti che attestino la condizione di violenza e povertà, come l'autocertificazione del reddito e le dichiarazioni dei servizi sociali e dei centri antiviolenza.

5. Quali documenti devo fornire per fare domanda?

  • Autocertificazione del reddito: che attesta la condizione economica della richiedente.
  • Dichiarazione del centro antiviolenza: che certifica il percorso di supporto intrapreso dalla donna.
  • Dichiarazione dei servizi sociali: che attesta la condizione di bisogno urgente.

6. Cosa succede se i fondi sono esauriti?
Se i fondi disponibili vengono esauriti, le domande non accolte per incapienza dei fondi non saranno prese in considerazione fino a quando non ci saranno risorse aggiuntive. Le donne che non hanno ricevuto il contributo hanno comunque la possibilità di ripresentare la domanda nei periodi successivi, con priorità rispetto alle nuove istanze.

7. Posso ricevere il reddito di libertà se sto già ricevendo altri sussidi?
Il reddito di libertà è incompatibile con altri sussidi statali che hanno finalità simili, come l'assegno di inclusione o il reddito di cittadinanza.

8. Come vengono monitorate le richieste e l’erogazione dei fondi?
Il monitoraggio delle domande e delle erogazioni è a cura dell'Inps, che fornisce una reportistica trimestrale alla presidenza del Consiglio dei ministri e agli altri enti competenti. Questi dati vengono utilizzati per valutare l'efficacia del programma e per ottimizzare la distribuzione delle risorse.

9. Posso ripresentare la domanda se non è stata accolta nell'anno precedente?
Sì, se la domanda non è stata accolta nel 2023 a causa di esaurimento dei fondi, può essere ripresentata nel 2024, con priorità rispetto alle nuove domande. Le domande non accolte precedentemente vengono trattate con una posizione prioritaria, in modo da dare a queste donne una seconda opportunità di accedere al contributo.

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