Decreto Sicurezza 2025: analisi della Corte di Cassazione

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Decreto Sicurezza 2025: analisi della Corte di Cassazione

Nella Relazione n. 33/2025 l'Ufficio del Massimario e del Ruolo della Corte di Cassazione, Servizio penale, analizza il Decreto legge n. 48/2025 (cosiddetto Decreto sicurezza) evidenziando gli impatti sul diritto penale e le criticità costituzionali derivanti dal ricorso alla decretazione d’urgenza.

Decreto Sicurezza 2025: la relazione della Cassazione

L’11 aprile 2025 è stato approvato il Decreto legge n. 48/2025 in materia di sicurezza pubblica, poi convertito senza modifiche nella Legge n. 80 del 9 giugno 2025. Si tratta di un provvedimento ampio, che affronta temi legati al contrasto al terrorismo, alla tutela degli operatori delle forze dell’ordine, alla sicurezza urbana, fino all’ordinamento penitenziario.

La Corte di Cassazione, con la Relazione n. 33/2025, ha analizzato i contenuti del decreto, evidenziando gli effetti pratici e le problematiche giuridiche.

I contenuti principali del decreto  

Nella Relazione viene ricordato che il decreto è diviso in sei sezioni tematiche. Tra le misure introdotte vi sono:

  • nuove norme penali per reati legati al terrorismo e all’uso di materiali pericolosi;
  • inasprimento delle pene per reati contro pubblici ufficiali o commessi durante manifestazioni pubbliche;
  • modifiche alla normativa sull’esecuzione penale e alle condizioni per accedere a benefici carcerari;
  • interventi in materia di canapa industriale e usura.

In generale, il decreto introduce nuove fattispecie di reato, aumenta le sanzioni previste per alcune condotte già punite e amplia le circostanze in cui una pena può essere aggravata.

I rilievi della Corte di Cassazione  

Secondo la Relazione, il decreto presenta alcuni elementi critici sotto il profilo costituzionale e procedurale.

In particolare, viene osservato che:

  • la decretazione d’urgenza non appare giustificata, poiché non vi sono stati eventi tali da richiedere un intervento immediato;
  • il contenuto del decreto è molto eterogeneo, cioè include argomenti diversi e non strettamente collegati tra loro;
  • l’uso dello strumento penale è esteso, con un aumento generale delle pene e l’introduzione di nuove incriminazioni senza un’analisi approfondita dell’efficacia delle misure.

La Corte segnala inoltre che molte norme incidono su diritti fondamentali (come la libertà personale o di manifestazione) e che alcune nuove disposizioni potrebbero risultare difficili da interpretare o applicare in modo uniforme.

Reazioni e osservazioni esterne  

Nel documento, viene evidenziato che diversi soggetti istituzionali e accademici hanno espresso osservazioni critiche sul decreto.

Tra questi vi sono l’Associazione dei professori di diritto penale, l’Unione Camere Penali Italiane, e organizzazioni internazionali come l’OSCE e l’ONU, che hanno segnalato possibili rischi di compressione dei diritti civili.

Pur riconoscendo le finalità di ordine pubblico, la Corte invita a riflettere sull’equilibrio tra le esigenze di sicurezza e il rispetto delle garanzie costituzionali. Il testo evidenzia la necessità di un uso più misurato e coerente della normativa penale, anche in sede di interventi urgenti.

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