DEF 2015, approvata la Nota di aggiornamento

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DEF 2015, approvata la Nota di aggiornamento

Venerdì 18 settembre 2015 il Premier, Matteo Renzi, e il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, hanno presentato in CdM la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza 2015, mentre è stato rinviato a questa settimana il passaggio conclusivo della delega fiscale. Ricevuta l'approvazione, la Nota di aggiornamento del DEF è stata trasmessa al Parlamento.

La Nota aggiorna il quadro di finanza pubblica rispetto a quello del documento programmatico presentato lo scorso aprile, e costituisce un passaggio preparatorio per la definizione della prossima legge di Stabilità e per il Draft Budgetary Plan, che deve essere presentato alle istituzioni europee entro il 15 ottobre 2015.

Gli obiettivi di Governo

I nuovi obiettivi di finanza pubblica fissati dal Governo sono finalizzati a rafforzare e accelerare la crescita economica, favorire la creazione di posti di lavoro, promuovere gli investimenti, ridurre il carico fiscale sulle famiglie e sulle imprese, proseguendo sulla scia del piano pluriennale avviato nel 2014 e che continuerà fino al 2018.

Nel DEF 2015 vengono riportate le aspettative di un’economia in ripresa per il nostro Paese. Per la prima volta dal 2010, vengono, infatti, riviste al rialzo le stime di crescita del Prodotto Interno Lordo, che è stimato in aumento dello 0,9% nel 2015, rispetto allo 0,7% di aprile, e dell’1,6% nel 2016 rispetto all'1,4% previsto ad aprile.

In rialzo anche la previsione di indebitamento dello Stato, a seguito della richiesta di maggiore flessibilità all’UE.

Nella Relazione al Parlamento, che accompagna la Nota, c’è una tabella e in cui si chiede una nuova autorizzazione al rinvio del pareggio di bilancio al 2018; si evidenzia, infatti, che il gap di Pil rispetto ai trend pre-crisi mostra un divario di “gravità senza precedenti”, che richiede uno “sforzo di aggiustamento prolungato nel tempo”.

Dai numeri presentati dal Governo emerge che ci sono tutti i presupposti per richiedere alla UE un nuovo rinvio: secondo i calcoli fatti, il maggior indebitamento stimato per il Deficit 2016 può arrivare fino a 17,9 miliardi (pari a 1,05 punti di Pil). Il valore potrebbe, poi, arrivare a 19,2 miliardi nel 2017 (1,1%), per scendere a 16,2 miliardi nel 2018 (0,9%) e a 13,9 miliardi nel 2019 (0,7%).

Inoltre, vista la necessità di assicurare contestualmente il controllo della finanza pubblica e, quindi, la diminuzione dell’indebitamento delle pubbliche amministrazioni (pari al 3% del Pil nel 2014, stimato in calo al 2,6% nel 2015 e al 2,2% nel 2016),  le misure di stimolo all’economia saranno in parte finanziate da risparmi di spesa attraverso una operazione selettiva che dovrà essere finalizzata ad una più efficace allocazione delle risorse nel settore pubblico.

Links Anche in
  • Il Sole 24 Ore - 20 settembre 2015, p. 3 - Deficit 2016, flessibilità Ue fino a 17,9 miliardi In calo pressione fiscale e disoccupazione - Rogari

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