“Destinazione Italia”. Pronto il piano per attrarre gli investitori esteri

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Nella seduta del 19 settembre 2013, il Consiglio dei ministri presieduto da Enrico Letta, su proposta dei ministri degli Affari esteri e dello Sviluppo economico, ha approvato il piano “Destinazione Italia”.

Si tratta di un progetto finalizzato ad attrarre gli investimenti esteri nel nostro Paese con l’obiettivo di favorire la competitività delle imprese italiane. Il progetto, infatti, contiene misure volte a sostenere soprattutto le piccole e medie imprese italiane e la loro modalità di finanziamento.

In totale 50 misure messe a punto per semplificare l’ingresso in Italia degli investitori stranieri, che spaziano in molteplici settori: dal fisco al lavoro, dalla giustizia al credito, per toccare anche i comparti del turismo, infrastrutture, cultura e ricerca. Un ampio capitolo è poi dedicato al Mezzogiorno, per il quale vengono fornite indicazioni per risolvere anche i problemi collegati alla criminalità organizzata, spesso considerata un deterrente per gli investitori.

Il punto forse più innovativo del piano è quello che prevede un accordo tra le aziende che vogliono investire nel nostro Paese e il Fisco italiano. Sono previste, infatti, molte misure volte proprio a favorire le iniziative imprenditoriali estere come: un credito d’imposta per ricerca e sviluppo, la rivisitazione del concetto di abuso di diritto, la semplificazione del contenzioso ecc...

Le misure previste nella bozza, preparata da una task force coordinata da tre tecnici, oltre ad essere aumentate in sede di Cdm rispetto alle iniziali 35, non sono tutte immediatamente attuabili. È previsto un piano scaglionato di realizzazione: alcune per concretizzarsi, infatti, dovranno essere trasformate in vere e proprie norme a mezzo di decreti o più provvedimenti attuativi.

Secondo quanto previsto nella road map del piano “Destinazione Italia”, è ora in programma una consultazione pubblica della durata di 2/3 settimane e un road show nelle principali piazze internazionali. Solo al termine di queste fasi, il piano è destinato a tornare sul tavolo dell’Esecutivo per l'attuazione definitiva, che avverrà tenendo conto anche dei vari contributi che – nel frattempo – saranno arrivati dai diversi soggetti pubblici, privati e istituzionali.
Links Anche in
  • Il Sole 24 Ore, p. 11 - Accordo quinquennale tra investitori e Fisco - N. T.

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