Gruppi societari: emettere fatture con importi superiori a quelli corrisposti è reato tributario

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La Corte di cassazione, con la sentenza n. 37583 del 24 settembre 2009, ha stabilito che commette anche reato tributario (ex dlgs 74/2000) e, dunque, non solo elusione fiscale l’imprenditore che emette all’interno di un gruppo societario fatture attestanti importi superiori a quelli effettivamente corrisposti.

Nel caso di specie la Cassazione, interpellata proprio dall’imprenditore contro la condanna emessa dalla Corte d'appello di Catanzaro, ha evidenziato che gli elementi raccolti dai giudici di merito, ossia l’incoerenza tra gli importi dei lavori indicati nelle fatture, le modalità di pagamento, i movimenti di somme in nero riferibili ai pagamenti, «un flusso di ritorno» e «la mancata corrispondenza tra gli importi fatturati e quelli autorizzati dall'ente comunale», hanno valenza probatoria univoca. La Corte spiega, nel merito, come «la finalità dei reati tributari è stata individuata dai giudici di merito nella creazione di vantaggi fiscali in capo alle società riconducibili al contribuente, così come nella possibilità di creare con tale mezzo fondi in nero in capo ai soggetti che ricevevano i ritorni non ufficiali di parte dei pagamenti delle fatture incriminate». Tali interessi sono «corrispondenti al dolo proprio dei reati tributari (dlgs 74 del 2000)».
Anche in
  • ItaliaOggi, p. 28 – Fatture gonfiate nei gruppi E’ reato, non solo elusione – Alberici

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