Il “fair value” non è una bussola per gli investitori

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Nell’articolo si pone l’attenzione sull’eccessivo grado di analiticità, che è esagerato per gli investitori e dispersivo per qualsiasi lettore, con cui viene redatta la nota al bilancio. Nella premessa si spiega che gli Ias specificano sia i soggetti destinatari, in via prioritaria, dell’informazione economica esterna sia lo scopo dell’informativa trasmessa. In tal senso lo Iasb ha puntato sulla trasparenza dell’informativa e sulle valutazioni basate sul fair value. Completezza e trasparenza dell’informativa sono valori cardini per un bilancio che auspica ad essere strumento per le decisioni, tuttavia il bilancio rimane pur sempre un modello di sintesi e consuntivo.

La Guida operativa sull’informativa di bilancio per chi adotta i principi contabili internazionali diffusa dall’Oic nel 2007, che riepiloga le informazioni che le note al bilancio dovrebbero offrire ai lettori e fornisce una sintesi della disclosure richiesta, risulta dettagliata e leziosa.

In merito all’efficienza della modalità di presentazione del bilancio, l’autore suggerisce che bisognerebbe ipotizzare una presentazione su più livelli informativi. E propone nota sintetica e informazioni composte in una serie di schede allegate alla nota, sempre più analitiche perché destinate a chi cerca particolari dati. In tal modo la presentazione del bilancio oltre ad essere più efficace permetterebbe di accertare se i dati rilevanti per la rappresentazione dell’economia dell’impresa sono forniti al lettore o sono omessi tra le pagine delle note al bilancio.

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