La società europea fatica a farsi strada

Pubblicato il



Lo statuto della Società europea (regolamento Ce 2157/2001) è stato approvato, in via definitiva, da un anno e mezzo, ma in Europa sono poche le realtà imprenditoriali dotate della nuova veste legale comunitaria: 14 (tra le quali 4 sono "involucri" legali in via di strutturazione), di medie o grandi dimensioni, pressoché tutte collocate nella fascia del Nord-Europa. Alla nuova forma di società per azioni potranno fare ricorso, a certe condizioni, tutte le imprese europee di medio-grandi dimensioni, ma, ad esempio, costituire una società europea (in sigla, "Se") con sede in Italia non si può, o, se sì, la scelta potrebbe non convenire. Perché, da un lato, mancano alcune regole nazionali d'attuazione dei principi comunitari; dall'altro, il sistema fiscale da applicare sarebbe incompleto e penalizzante. Il legislatore italiano, cioè, ha finora trascurato la società europea anche dal punto di vista tributario, facendo scadere infruttuosamente il termine del 1° gennaio 2005 per il recepimento della direttiva sui dividendi e quello del 1° gennaio 2006 entro cui recepire la direttiva Ue sulla neutralità fiscale di costituzione e migrazione delle "Se". Le maggiori difficoltà operative legate alla Società europea emergono soprattutto nella riorganizzazione internazionale dei gruppi d'impresa: in particolare, le operazioni di fusione transnazionale e quelle di trasferimento di sede legale allo Stato, in alcuni casi, non sono riconosciute dagli ordinamenti civilistici nazionali.

Allegati

Ricevi GRATIS la nostra newsletter

Ogni giorno sarai aggiornato con le notizie più importanti, documenti originali, anteprime e anticipazioni, informazioni sui contratti e scadenze.

Richiedila subito