L’eterna (e illecita) lotta tra appalto e somministrazione

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L’eterna (e illecita) lotta tra appalto e somministrazione

Se il figlio del calzolaio ha le scarpe bucate e se a quello del macellaio tocca la dieta vegana, che cosa accade al rampollo dell’ispettore del lavoro? L’erede al trono sta affrontando l’esame universitario di diritto del lavoro e chiede lumi all’illustre papà al fine di comprendere alcuni tra i concetti più ostici nel campo giuslavoristico.

Appalto genuino, appalto endoaziendale e labour intensive, interposizione illecita e somministrazione abusiva di manodopera, questi gli argomenti principali della discussione. “Beh, ricordo ancora quando sul finire del secolo scorso la canzone La terra dei cachi di Elio e le storie tese introdusse i temi dell’abusivismo e degli appalti truccati…”, cerca di sdrammatizzare il genitore.

“Dai papà, dico sul serio, non riesco a comprendere la differenza tra appalto illecito e somministrazione illecita – incalza il figlio poco incline alle frivolezze paterne – ho letto che la sanzione è la medesima per entrambe le fattispecie (depenalizzazioni operate dal D.lgs. n. 8/2016 che modifica il D.lgs. 276/2003), mi spieghi che differenza c’è?”.

“La situazione è ingarbugliata, sembra di stare nel campo del pan bagnato e della zuppa, che anticamente infatti significava ‘fetta di pane bagnata’... Di sicuro è fondamentale dimostrare l’effettiva realtà organizzativa imprenditoriale nel soggetto erogatore del servizio – riprende il papà ispettore – Nel caso di somministrazione abusiva, celata da un finto contratto di appalto, va applicata la disciplina del lavoratore in somministrazione (cfr. circolare Ministero del Lavoro n. 7 del 2005) e quindi ad esempio i lavoratori hanno diritto, a parità di mansioni svolte, a condizioni economiche e normative complessivamente non inferiori a quelle dei dipendenti di pari livello dell’utilizzatore. Tale criterio invece non si applica in caso di appalto”.

“Mah, continuo a non capirci molto… Ma perché un’impresa dovrebbe chiedere a un’altra manodopera e non operare direttamente con i propri lavoratori?”, prosegue il figlio ancora spaesato e dubbioso. “Spesso accade per abbattere i costi – risponde secco l’ispettore – Gli appalti poi sono utili al sistema, come spiegava un politico a Totò nei panni dell’on. Antonio La Trippa: Io ti do tre voti a te e tu mi dai tre appalti a me” (“Gli onorevoli”, 1963 – Sergio Corbucci).

Le considerazioni espresse sono frutto esclusivo dell’opinione degli autori e non impegnano l’amministrazione di appartenenza

Ogni riferimento a persone esistenti e/o a fatti realmente accaduti è puramente casuale

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