Per la Banca d’Italia il TFR in busta paga è un rischio per le pensioni future

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Nell’audizione innanzi alle commissioni Bilancio di Camera e Senato sul Ddl Stabilità, il vicedirettore della Banca d’Italia, Signorini, ha spiegato che il provvedimento che consente ai lavoratori di scegliere se farsi riconoscere in busta paga la quota mensile di TFR, che attualmente viene accantonata, va limitato nel tempo, altrimenti vi potrebbero essere gravi ripercussioni sul fronte delle pensioni e, soprattutto, per quelle dei più giovani che rischiano di maturare rendimenti troppo bassi.

Inoltre, per Signorini l’adesione di lavoratori con reddito basso renderebbe maggiore il rischio che questi abbiano in futuro pensioni non sufficienti. Per questo motivo, egli ha auspicato una maggiore trasparenza delle regole pensionistiche per permettere scelte consapevoli sull’opzione, a cominciare dall’invio della c.d. “busta arancione”, che contiene proiezioni pensionistiche.
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