Società estinta, il socio non risponde per intero dei debiti tributari

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Società estinta, il socio non risponde per intero dei debiti tributari

La Corte di cassazione, con ordinanza n. 28817 del 17 ottobre 2023, si è pronunciata su una vicenda processuale concernente i debiti tributari gravanti su di una società di capitali estinta, il cui pagamento era stato richiesto per intero ad un ex socio.

La richiesta era avvenuta indipendentemente da ogni considerazione in ordine alle vicende liquidatorie della società ed ai capitali eventualmente distribuiti.

Estinzione società? Il debito fiscale non può essere interamente richiesto all'ex socio

Sia la CTP che la CTR avevano accolto le ragioni del socio, oppostosi alla cartella di pagamento lui notificata per tributi Irap ed Ires dovuti dalla Srl, rilevando che gli avvisi di accertamento emessi nei confronti della società ormai inesistente erano stati annullati su ricorso del liquidatore. Di conseguenza, andava annullata anche la cartella di pagamento in parola.

L'Agenzia delle Entrate si era rivolta alla Suprema corte, lamentando che la decisione di annullamento degli avvisi di accertamento notificati alla società, perché estinta, non estendeva necessariamente i suoi effetti nei confronti dei soci.

Secondo l'Amministrazione finanziaria, inoltre, era erroneo ritenere che l’estinzione della società di capitali avesse comportato tout court anche l’estinzione di ogni debito tributario gravante su di essa.

Doglianze, queste, giudicate infondate dalla Cassazione, secondo la quale la decisione assunta dalla Commissione tributaria di secondo grado era conforme a diritto ed all’orientamento interpretativo adottato dalla giurisprudenza di legittimità in materia, dovendo, perciò, essere confermata.

Tra la società di capitali ed i soci - ha puntualizzato la Quinta sezione civile della Cassazione - non appare configurabile un rapporto di solidarietà in ordine al pagamento dei debiti tributari.

Solamente a seguito dell’estinzione della compagine, i creditori, tra cui il Fisco, possono agire nei confronti dei soci per far valere i loro crediti non soddisfatti “fino alla concorrenza delle somme riscosse in base al bilancio finale di liquidazione”.

Esclusivamente in questi termini si ha successione dei soci nell'obbligazione tributaria della società estinta.

Nella vicenda in esame, era irrilevante il fatto che l'inesistenza degli accertamenti nei confronti della società fosse stata dichiarata con sentenze non ancora passate in giudicato.

Tali sentenze, annullando gli accertamenti, li avevano resi non idonei a supportare iscrizioni a ruolo e cartelle di pagamento, tanto più a carico di un socio di una società di capitali.

Pretesa del Fisco immotivata? Illegittima

Non appariva agevolmente comprensibile, peraltro, né era stato illustrato dall’Amministrazione finanziaria, perché la pretesa fosse stata azionata con richiesta di onorare per intero il debito fiscale della società, incluse sanzioni ed accessori, nei confronti del mero ex socio che, pacificamente, non aveva nemmeno avuto il ruolo di liquidatore.

In altri termini, le ragioni di credito fiscale azionate dall’Amministrazione finanziaria non risultavano definitivamente accertate e l’Ente impositore non aveva agito nei confronti del socio per far valere la sua limitata responsabilità in quanto tale, bensì gli aveva indebitamente richiesto di rispondere di ogni onere tributario gravante sulla società.

Il ricorso dell’Agenzia delle Entrate risultava, ciò posto, infondato ed è stato quindi respinto.

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