Spy-software nel telefono del coniuge? Condanna penale
Pubblicato il 06 aprile 2019
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E’ penalmente sanzionabile il coniuge che istalla, all’interno del telefono cellulare della moglie, uno spy-software idoneo ad intercettarne le comunicazioni telefoniche.
Lo ha stabilito la Corte di cassazione, con sentenza n. 15071 del 5 aprile 2019, pronunciata in riferimento al delitto di cui all’articolo 617-bis del Codice penale che punisce, specificamente, l’installazione di apparecchiature atte ad intercettare od impedire comunicazioni o conversazioni telegrafiche o telefoniche.
Categoria strumenti per intercettare: aperta e dinamica
Nel caso sottoposto all’esame di legittimità, un uomo si era opposto alla sentenza penale irrogata a suo carico, appunto per aver istallato lo “spy software” nel telefono della moglie, lamentando l’ingiusta inclusione di questo specifico strumento nella categoria degli “apparati, strumenti, parti di apparati o di strumenti” diretti ad intercettare o a impedire le comunicazioni, per come richiamata dalla norma di riferimento (comma 1, art. 617-bis Cp).
Una categoria che, per contro, la Cassazione ha riconosciuto come “aperta e dinamica, suscettibile i essere implementata per effetto delle innovazioni tecnologiche che, nel tempo, consentono di realizzare gli scopi vietati dalla legge”; tale, quindi, da ricomprendere anche lo “spy software”.
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