Turno notturno con straordinario, l’evoluzione della specie

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Turno notturno con straordinario, l’evoluzione della specie

Volturno, individuo umbratile e taciturno, opera in un’azienda metallurgica ed è un turnista: le classiche 8 ore continuative di prestazione lavorativa vengono rese di settimana in settimana in momenti diversi della giornata, coprendo ciclicamente l’intero arco delle 24 ore. In buona sostanza, Volturno ha sostituito il ritmo circadiano con quello rotativo, sincronizzando il proprio orologio biologico con il marcatempo aziendale.

“Non sono come gli altri, le mie giornate non durano 24 ore – rimugina tra sé e sé mentre si sta recando al lavoro – ma tre turni da 8 ore, rappresento una specie …di evoluzione della specie! Chissà la tassonomia con quale categoria mammifera mi farà passare alla storia…”.

Ma adesso è davvero troppo: i famosi letti che non si raffreddano mai di marxiana memoria devono addirittura attendere qualche ora, in quanto la direzione richiede prestazioni di lavoro straordinario anche ai lavoratori notturni!

“No turno notturno” è lo slogan coniato dalla mente di Volturno, che decide di interessare i sindacati, per capire se sia possibile o meno chiedere ai lavoratori di svolgere ore di straordinario al termine del turno di notte.

“La situazione è complessa e di non facile soluzione – sintetizza con una certa ansia respiratoria il sindacalista – bisogna capire se svolgere regolari turni periodici di notte, in numero inferiore a 80 giornate all’anno, porti a essere lavoratori notturni e se i turni stessi o le mansioni alle quali si è adibiti possano considerarsi attività pesanti e disagiate. Se così fosse, solo fatti eccezionali, imprevedibili e non programmabili giustificherebbero il ricorso al lavoro straordinario (artt. 1 e 13 del D.lgs. 66/2003, art. 8 della direttiva 93/104/CE del Consiglio del 23 novembre 1993, Ministero del Lavoro: circolare n. 8/2005 e risposta a interpello prot. 388 del 12 aprile 2005)”.

È ora il turno di Volturno: “Quindi, se ho capito bene, quando l’avvicendamento è costante e ciclico non può essere richiesto il lavoro straordinario notturno?”.

“Vede, un tempo andava di moda il seguente proverbio: il giorno è il padre del lavoro e la notte è la madre dei pensieri. Mi sembra che la sua giornata abbia due genitori opprimenti, confusi e totalizzanti …non la lasciano in pace né di giorno né di notte!”.

Le considerazioni espresse sono frutto esclusivo dell’opinione degli autori e non impegnano l’amministrazione di appartenenza

Ogni riferimento a persone esistenti e/o a fatti realmente accaduti è puramente casuale

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