Decreto Salva Superbonus, nessuna modifica

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Decreto Salva Superbonus, nessuna modifica

Nella giornata del 24 gennaio 2024, al termine del voto da parte della commissione Finanze della Camera sulla legge di conversione del decreto Salva-Superbonus (Dl n. 212/2023), la maggioranza ha ritirato i propri emendamenti dopo quanto espresso dal Ministero dell’Economia.

Appare definitivamente chiusa la stagione del superbonus al 90 o al 110 per cento dopo che il Mef ha posto il veto a qualsiasi modifica a tale provvedimento.

Decreto Salva Superbonus senza modifiche

Questo, emesso per salvare i lavori non ultimati, prevede la possibilità di non perdere la detrazione maturata (110 o 90%) anche se i lavori non sono stati conclusi al 31 dicembre 2023; l'Agenzia delle entrate non procederà al recupero della differenza di detrazione che si sarebbe dovuta applicare.

Quindi, in caso di avvio dei lavori e in presenza di asseverazione entro il 31 dicembre 2023, sarà possibile non perdere il beneficio del 110%. Questo anche se i lavori non risultano terminati e non è stato raggiunto il requisito del miglioramento di due classi energetiche.

Sulla capacità del testo di arginare i problemi dati dal mancato completamento dei lavori sono intervenuti i costruttori e, durante le audizioni, l’Ance ha motivato la necessità di intervenire, modificando il Dl 212/2023, per offrire nuove possibilità di fruire della maggiorazione di sconto.

Esclusa del tutto la possibilità di una proroga dell’agevolazione, si è proposto un Sal straordinario o la concessione di una mini-proroga di poche settimane, per assicurare una chiusura ordinata per gli interventi in corso.

Ma nulla di tutto questo sarà possibile.

Infatti, dal voto della commissione Finanze della Camera sulla legge di conversione del decreto 212/2023), avvenuto il 24 gennaio è emersa una linea rigorosa: no a Sal straordinari e no a qualsiasi proroga, nemmeno breve.

Stop a qualsiasi proposta di modifica, quindi, che ha prodotto il ritiro da parte della maggioranza dei propri emendamenti. Quelli rimasti, saranno tutti bocciati; il decreto dovrà approdare in Aula per le votazioni il 29 gennaio 2024.

Il motivo di questa bocciatura totale è da imputare, per i tecnici dell’Economia, alla necessità di mantenere i conti pubblici in equilibrio.

La mancata possibilità di toccare il decreto originario include anche quella di revisionare il bonus barriere architettonici per farvi rientrare nuovamente il rifacimento di bagni, nonché di alzare il tetto previsto dal fondo Indigenti da 15.000 a 25.000 euro.

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