Equity crowdfunding Analisi Cndcec e Consob

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Equity crowdfunding Analisi Cndcec e Consob

Il Gruppo di lavoro sulla finanza innovativa creato dal Consiglio nazionale dei commercialisti e Consob ha pubblicato il primo “Position paper” che, attraverso un linguaggio semplice e chiaro, vuole favorire la comprensione e la consapevolezza delle caratteristiche e delle peculiarità di un operazione di equity crowdfunding e il suo utilizzo da parte di imprenditori, investitori istituzionali e retail, sistema bancario e la rete dei professionisti tra cui, i dottori commercialisti.

L'obiettivo del lavoro redatto nel primo bimestre 2016 è quello di avviare attività di studio e di education su specifici temi quali equity-crowdfunding, minibond, cambiali finanziarie, ecc..

Cosa è l’equity-crowdfunding

Con il termine crowdfunding si indica il processo con cui più persone conferiscono somme di denaro, anche di modesta entità, per finanziare un progetto imprenditoriale o iniziative di diverso genere utilizzando siti internet (“piattaforme” o “portali”) e ricevendo talvolta in cambio una ricompensa.

A differenza della donation (si raccoglie denaro sotto forma di liberalità) o reward (i proponenti dell’iniziativa offrono un premio o una specifica ricompensa non in denaro in funzione dell’apporto che riceveranno dai sostenitori), l’equity crowdfunding prevede che il finanziatore ottenga, come contropartita del denaro erogato alla società proponente, una partecipazione al capitale.

Equity crowdfunding normativa e peculiarità

Nel lavoro di collaborazione portato avanti dal Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e Consob è stata, in un primo momento, affrontata la normativa di riferimento e poi tracciato il processo sottostante ad un’operazione di equity crowdfunding, per poi concludere con la trattazione degli aspetti più rilevanti sia lato emittente sia lato potenziale investitore, quali:

  • le principali peculiarità di un Business Plan per rappresentare efficacemente l’iniziativa imprenditoriale ai potenziali terzi finanziatori;

  • le regole di corporate governance di cui lo statuto di un emittente deve tener conto per gestire adeguatamente gli effetti di un azionariato a maggior base partecipativa;

  • le agevolazioni fiscali dirette ad incentivare l’investimento in start-up e PMI innovative;

  • le valutazioni di opportunità e convenienza di un ipotetico investitore.

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