Esame avvocati. CNF: in sicurezza o proroga orali da remoto

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Esame avvocati. CNF: in sicurezza o proroga orali da remoto

Sulla questione relativa allo svolgimento dell’esame da avvocato nell’attuale situazione emergenziale Covid si è espresso oggi anche il Consiglio Nazionale Forense, per tramite di un comunicato stampa pubblicato sul proprio sito istituzionale.

Esame 2019: prove orali in presenza se in sicurezza altrimenti da remoto

In primo luogo, il CNF - che ha inviato, secondo quanto si apprende, apposito documento all’ufficio legislativo del ministero della Giustizia - ha fatto riferimento alle prove orali dell’esame di abilitazione alla professione forense sessione 2019, e ancora non sostenuti.

Se non è possibile - si legge nella nota - garantire in assoluta sicurezza il colloquio orale in presenza, e ciò, assicurando il necessario distanziamento dei candidati, impedendo l’accesso agli accompagnatori, calendarizzando l’esame ad orari differenziati, sanificando gli ambienti, che si provveda con “una proroga del termine previsto dal decreto Rilancio per autorizzare lo svolgimento a distanza di tutte le prove orali dell’esame da avvocato, includendo anche quelle calendarizzate dopo il 30 settembre 2020”.

Esame 2020: prove scritte in sicurezza o rinvio della sessione

Il Consiglio ha poi fatto cenno alle prove scritte dell’esame 2020, previste per i giorni 15, 16 e 17 dicembre 2020.

In proposito, ha espresso l’opportunità di consentire alle sottocommissioni che ne ravvisino la necessità:

  • la correzione da remoto degli scritti;
  • di aumentare o meglio dislocare i locali per l’esame, da adibire non solo nelle Corti d'Appello ma anche nelle sedi dei tribunali accorpate per provincia, “ovviamente implementando il numero di personale addetto alla vigilanza e alle operazioni di espletamento delle prove scritte, in modo da garantire il diritto alla salute dei candidati”.

Andrebbe comunque preso in considerazione – data la evidenziata complessità di individuare, in tempi brevi, sedi e personale ulteriore e visto il costante aggravarsi della situazione epidemiologica - un rinvio della sessione 2020.

A tal fine - precisa però il CNF - dovrà prestarsi particolare attenzione “in quanto rinviare le prove significa posticipare l’abilitazione dei candidati che concludono la pratica nel corso del 2020 e, a strascico, ritardarne l’iscrizione all’albo che, anche in considerazione delle conseguenze economiche dell’emergenza pandemica, pare suscettibile di rappresentare un significativo pregiudizio per gli aspiranti avvocati”.

Nei giorni scorsi, sulla questione dell’esame forense si è pronunciato anche l’Organismo Congressuale Forense: attraverso una delibera, ha deciso di dare mandato al proprio Ufficio di coordinamento al fine di sollecitare l’Amministrazione della Giustizia a dare corso all’esame di abilitazione nei tempi compatibili con le esigenze igienico-sanitarie in atto nonché di intervenire nei confronti di Parlamento e Governo per evitare l’assunzione di “improvvide e improvvisate iniziative normative volte a stravolgere la disciplina dell’esame di abilitazione al di fuori di un adeguato e organico intervento di riforma dell’Ordinamento Forense”.

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