Fusione con acquisizione di beni strumentali, non è elusiva

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Fusione con acquisizione di beni strumentali, non è elusiva

La Corte di cassazione ha confermato l’annullamento di un atto impositivo irrogato nei confronti di una Spa a seguito di una fusione societaria per incorporazione che l’Ufficio finanziario aveva ritenuto elusiva.

Per il Fisco, l’obiettivo dell’acquisizione sarebbe stato perseguibile anche diversamente mentre l’operazione di fusione, in concreto, non consentiva alcun vantaggio che non fosse quello fiscale.

In entrambi i giudizi di merito, le Commissioni tributarie avevano accolto le ragioni della contribuente negando che all’operazione potesse attribuirsi il contestato intento elusivo.

Motivazione della CTR, confermata dalla Cassazione

In particolare, nella sentenza della CTR era stato evidenziato come le operazioni compiute dalla società con la creazione di un nuovo soggetto giuridico apparivano mosse da motivi non solo strategici ma anche di convenienza economica.

La società – era stato rimarcato - attraverso l’acquisizione di partecipazioni era venuta in possesso di immobili strumentali alla sua attività aziendale.

Per contro, perché le operazioni potessero considerarsi elusive era necessario che le medesime avessero avuto l’essenziale finalità del risparmio di imposta.

E, nella specie, la Spa aveva sì conseguito un risparmio d’imposta ma non aveva operato al solo scopo di eludere il fisco.

Motivazione, questa, ritenuta adeguata e non meramente apparente dalla Suprema Corte nella sentenza n. 2397 del 31 gennaio 2018, posto che consentiva di comprendere quale fosse la ragione della decisione di merito.

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