Il Governo lavora all’Investment Compact, la bozza presto in CdM

Pubblicato il



Il ministero dell’Economia e il ministero dello Sviluppo economico, nelle ultime riunioni che si sono tenute a Palazzo Chigi, hanno lavorato ad uno strumento anti-crisi finalizzato alla nascita di una newco” per il rilancio di imprese industriali e gruppi di imprese italiane in crisi temporanea, con un numero di addetti non inferiore a 150.

Ora non resta che vedere quale strumento normativo veicolerà il nuovo progetto: esso potrebbe entrare nell’ambito del cosiddetto “Investment Compact,” un decreto contenente misure urgenti a favore delle Pmi e per l’attrazione di investimenti, oppure confluire con un emendamento all’interno del decreto Ilva.

Ma, al di là della scelta finale e dei tempi per la sua ratifica, il progetto sembra ormai ben delineato e la via dell'Investment Compact, al momento, anche quella più accreditata.

Una newco per le imprese in crisi temporanea

Nell’ultima bozza formulata del provvedimento, che potrebbe passare già nel prossimo Consiglio dei ministri (probabilmente quello del 20 gennaio 2015), non si parla più di istituire un Fondo, ma piuttosto di una società che entra nel capitale di imprese con squilibri patrimoniali/finanziari solo “temporanei”, che necessitano di una adeguata patrimonializzazione o di interventi di ristrutturazione pur conservando buone prospettive industriali e di mercato.

L’istituzione della newco serve, dunque, ad intraprendere iniziative e progetti di investimento per il rilancio delle imprese italiane in difficoltà con un numero di addetti non inferiore a 150, che dovrà avere una dotazione minima di capitale pari ad un miliardo di euro e che sarà sottoscritto da investitori istituzionali e professionali.

La newco dovrà distribuire almeno i due terzi degli utili prodotti e dovrà cedere le partecipate o gli asset acquisiti entro sette anni dall’investimento, prorogabili al massimo a dieci.

Gli altri interventi dell’Investment Compact

Ma all’interno del decreto Investment Compact confluiranno anche molte altre misure a sostegno del settore industriale.

Per esempio è previsto il debutto degli “Industrial development bond”, obbligazioni emesse da reti di imprese dotate di soggettività giuridica e tributaria, da startup innovative o da Pmi innovative, con un taglio minimo di 5 milioni di euro, finalizzati a determinati progetti di investimento che riguardano la filiera o il distretto.

L’operatività del Fondo centrale di garanzia, per favorire l’accesso al credito delle Pmi, viene esteso anche alle imprese di assicurazione e agli organismi di investimento collettivo del risparmio.

È prevista la nascita delle Pmi innovative, con obbligo di iscrizione ad un apposito registro delle Camere di commercio, e con possibilità di raccogliere offerte attraverso portali per la raccolta di capitali, così come avviene già per le start-up innovative.

E' previsto, inoltre, anche il rifinanziamento con 50 milioni di euro dell’agevolazione fiscale per i contratti di rete d’impresa, scaduta nel 2012, e che prevede una sospensione di imposta sugli utili che le imprese, partecipanti a un contratto di rete, destinavano alla realizzazione delle attività oggetto del programma comune.
Links

Ricevi GRATIS la nostra newsletter

Ogni giorno sarai aggiornato con le notizie più importanti, documenti originali, anteprime e anticipazioni, informazioni sui contratti e scadenze.

Richiedila subito