Manovra 2023, nel maxiemendamento correttivi per decontribuzione Sud, pensioni e voucher

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Manovra 2023, nel maxiemendamento correttivi per decontribuzione Sud, pensioni e voucher

Proseguono i lavori parlamentari sul Ddl di bilancio 2023, con l’arrivo atteso tra giovedì e venerdì in commissione Bilancio alla Camera di un maxiemendamento, che riformulerà alcune delle proposte emendative presentate dai gruppi di maggioranza e opposizione.

I tempi sono molto stretti: il MEF sta lavorando alla scrittura di un testo che dovrebbe essere votato prima in Commissione bilancio della Camera e, poi, tra il 20 e il 21 la Manovra dovrebbe approdare in Aula a Montecitorio per il sì, mentre l’approvazione finale del Senato dovrebbe arrivare tra Natale e Capodanno.

Le richieste di modifica al testo sono contenute nei 450 emendamenti “segnalati”, di cui 250 provenienti dalle opposizioni e 200 dalla maggioranza.

I ritocchi riguardano tutti gli ambiti, dal capitolo “lavoro e pensioni”, agli incentivi alle imprese, allo smart working.

Incentivi per le aree del Mezzogiorno

La Premier Meloni ha annunciato che per tutto il 2023 proseguirà la misura Decontribuzione Sud.

L'agevolazione autorizzata lo scorso 6 dicembre dalla Commissione europea prevede per tutto il 2023, con riferimento ai rapporti di lavoro dipendente, un esonero contributivo del 30% in favore dei datori di lavoro privati con sede in una delle Regioni del Sud.

Dopo il via libera dalla Commissione Ue, l’obiettivo dell'Esecutivo è quello di rendere la misura strutturale, con l’emendamento alla Manovra di bilancio per estendere al 2023 la  decontribuzione delle assunzioni a beneficio degli under 35, al fine di creare nuovi posti di lavoro nelle zone del Sud Italia.

Allo stesso modo, secondo quanto annunciato dal Governo si sta lavorando alla proroga del credito d’imposta investimenti nel Mezzogiorno, in scadenza, sulla base della normativa attualmente vigente, il prossimo 31 dicembre.

L’incentivo fiscale introdotto dalla Legge n. 208/2015, riguarda, allo stato attuale, gli investimenti effettuati dal 1° gennaio 2016 al 31 dicembre 2022; la proroga al 2022 è stata disposta dall’articolo 1 comma 171 della Legge n. 178/2020, ma nella versione bollinata del Ddl di bilancio 2023 non vi era alcuna indicazione in merito alla proroga di tale agevolazione.

Solo nelle successive proposte emendative è emersa l’intenzione di continuare a sostenere e promuovere, anche nel 2023, gli investimenti nei territori del Mezzogiorno, nelle aree cratere del sisma dell’Italia centrale, nelle ZES e nelle ZLS.

Nello specifico, in una nota pubblicata sul sito di Palazzo Chigi, è stato comunicato che la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha concordato con il Ministro dell’Economia, e il Ministro per gli Affari europei, il Sud, le politiche di Coesione e il PNRR, alcune proposte emendative che riguardano:

  • la proroga del credito d’imposta in favore delle imprese che acquistano beni strumentali nuovi e destinati a strutture produttive ubicate nei territori delle regioni Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Molise, Abruzzo, Sardegna e Sicilia;
  • la proroga dell’agevolazione c.d. “Zona Franca Sisma Centro Italia” e dell’esenzione dal pagamento delle imposte di bollo e di registro relativamente alle istanze, ai contratti e ai documenti presentati alle pubbliche amministrazioni per gli interventi di ricostruzione;
  • la proroga del credito d’imposta relativo agli investimenti effettuati nelle Zone economiche speciali e nelle Zone logistiche semplificate;
  • la proroga del credito d’imposta maggiorato per gli investimenti in attività di ricerca e sviluppo in favore delle imprese localizzate nelle regioni del Mezzogiorno.

NOTA BENE: La proroga annunciata consentirebbe di beneficiare di tali agevolazioni anche per il 2023.

Sempre nella nota di Governo si legge che, anche per l’anno 2023, è previsto il riconoscimento del credito d’imposta per le spese relative all’installazione e messa in funzione di impianti di compostaggio presso i Centri agroalimentari presenti nelle Regioni Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia.

Capitolo "Lavoro e pensioni", emendamenti al Ddl di bilancio 2023

Per quanto riguarda il capitolo pensioni, sembra molto più vicino l’aumento delle pensioni minime, ma solo per gli over 75, con l’asticella fissata tra i 590 e i 600 euro, e forse vincolato all’Isee.

Nel maxiemendamento, inoltre, dovrebbero rientrare anche le modifiche a Opzione donna, con la proposta per un mini-proroga secca di sei mesi, e, con tutta probabilità, un nuovo mini-bonus per favorire il rinvio dell’uscita dal lavoro di chi è in possesso del requisito contributivo per il pensionamento anticipato ma è solo vicino a quello anagrafico.

Pertanto, si ipotizza la prosecuzione di sei mesi dello schema attualmente in vigore (uscite con 58 anni, 59 per le lavoratrici autonome, e 35 di contributi), in attesa di varare la riforma organica della previdenza.

Sui voucher, invece, la proposta è quella di una loro estensione anche per le attività lavorative occasionali in discoteche, sale da ballo night-club e strutture simili con un plafond di 10mila euro con i limiti di forza lavoro interessati (da 5 a 10 dipendenti), prevedendo una maggiore flessibilità per il settore agricolo.

Per quanto riguarda lo smart working, la proposta correttiva prevede la proroga per:

  • i lavoratori fragili, compresi i malati oncologici;
  • i genitori con figli under 14 fino a giugno 2023.

Un’altra novità annunciata dal ministro del Lavoro, Marina Calderone, è quella che vede entrare nel maxiemendamento governativo una norma che garantisca il riconoscimento pieno dell’indennità di amministrazione perequata, a far data dal 1° gennaio 2020.

Infine, da ricordare anche la proposta di estendere la sospensione automatica degli adempimenti in caso di malattia o infortunio del professionista, introdotta dalla Legge di bilancio 2022, anche alle donne professioniste per la malattia o l’infortunio grave dei propri figli.

L’obiettivo è quello di allargare la cornice delle tutele a favore dei lavoratori autonomi, prevedendo di estendere le disposizioni di cui ai commi da 927 a 944 della Legge n. 234/2021 anche nei riguardi della libera professionista.

In tal caso, quindi, nei casi di malattia o infortunio del figlio con degenza ospedaliera o cure domiciliari superiori ai tre giorni, la professionista e i suoi clienti non incorrerebbero in alcuna responsabilità per il mancato rispetto della scadenza del termine di un adempimento tributario e potrebbero beneficiare di una sospensione a decorrere dal giorno del ricovero o dell’inizio delle cure domiciliari del figlio della professionista fino a 30 giorni dopo la dimissione dalla struttura sanitaria o la conclusione delle cure.

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