Nuova manovra finanziaria, le novità su lavoro e previdenza

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Nuova manovra finanziaria, le novità su lavoro e previdenza

Con Comunicato stampa pubblicato sul proprio sito istituzionale, la Presidenza del Consiglio dei Ministri rende nota l’avvenuta approvazione del disegno di legge recante il bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023, il bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025 e l’aggiornamento del Documento programmatico di bilancio, per un ammontare del valore delle misure contenute nella manovra di 35 miliardi di euro.

Di seguito le principali novità in tema di lavoro e previdenza.

Premi di produttività

Fissata al 5% l’aliquota per i dipendenti sui premi di produttività fino a 3.000 euro.

Assunzioni a tempo indeterminato

Vengono introdotte agevolazioni per le imprese che assumano lavoratori a tempo indeterminato, con una soglia di contributi fino a seimila euro per chi ha già un contratto a tempo determinato, in particolare per le donne under 36 e per i percettori del reddito di cittadinanza.

Assegno unico e assegno per disabili

Per il 2023 l'assegno unico sarà maggiorato del 50%, e di un ulteriore 50% per le famiglie composte da 3 o più figli che, quindi, riceveranno dal prossimo 1° gennaio duecento euro mensili in luogo degli attuali cento.

Confermate le maggiorazioni per figli disabili, mentre per i gemelli è introdotto un bonus speciale di 100 euro fino ai 3 anni di vita.

Confermato altresì l’assegno per i disabili.

Flat tax incrementale

Introdotta, per i lavoratori autonomi, una flat tax incrementale al 15%, con una franchigia del 5% e un tetto massimo di 40.000 euro.

Previdenza

Per il 2023 viene impostato un nuovo schema di anticipo pensionistico, la “quota 103”, grazie al quale sarà consentito andare in pensione con 41 anni di contributi e 62 anni di età anagrafica.

Per chi, invece, decide di proseguire la propria attività lavorativa è prevista una decontribuzione del 10%.

E’ stata inoltre prorogata con modifiche per il prossimo anno “l’opzione donna”, che prevede la possibilità di andare in pensione a 58 anni con due figli o più, a 59 con un figlio e a 60 negli altri casi.

Confermata senza modifiche anche l’Ape sociale per i lavori usuranti.

Reddito di cittadinanza

Dal prossimo 1° gennaio 2023, i cittadini tra 18 e 59 anni abili al lavoro e che non abbiano nel nucleo disabili, minori o persone a carico con almeno 60 anni d’età avranno diritto al reddito di cittadinanza fino a sette o otto mensilità (quindi fino a luglio o agosto 2023) in luogo delle attuali diciotto rinnovabili; viene, inoltre, introdotto un periodo minimo di sei mesi di partecipazione a corsi di formazione o riqualificazione professionale, pena la decadenza del beneficio (prevista anche in caso di rifiuto della prima offerta congrua di lavoro).

Taglio del cuneo contributivo

Confermato il taglio del cuneo contributivo di due punti a vantaggio dei lavoratori con redditi entro i trentacinquemila euro, disposto dal precedente Governo e in scadenza a fine 2022; per i lavoratori con redditi entro i ventimila euro si aggiunge quindi un altro punto di taglio del cuneo medesimo.

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