Più facile trasferire la cessione del quinto dallo stipendio alla pensione

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Più facile trasferire la cessione del quinto dallo stipendio alla pensione

Meno vincoli al trasferimento sulla pensione della cessione del quinto dello stipendio. Lo annuncia l'INPS con il messaggio n. 244 del 13 gennaio 2023 con il quale l'Istituto, in ossequio ad una nuova linea interpretativa, supera i criteri di gestione amministrativa adottati finora nel processo di traslazione su pensione delle cessioni del quinto da stipendio.

L'Istituto comunica, nello stesso messaggio, inoltre le modalità di migrazione progressiva dei piani di ammortamento delle gestioni, pubblica e privata, nella procedura “Quote Quinto”.

Cessione del quinto: trasferimento dallo stipendio alla pensione

L'articolo 43 del D.P.R. 5 gennaio 1950, n. 180 prevede l'estensibilità dell'efficacia delle cessioni del quinto dello stipendio sulla pensione per i dipendenti, privati e pubblici.

L'istituto della traslazione su pensione delle cessioni da stipendio opera automaticamente. Pertanto, se il rapporto di lavoro dipendente, pubblico o privato, dovesse risolversi prima dell'estinzione del finanziamento tramite cessione del quinto dello stipendio/salario, si realizzerebbe ope legis l’automatismo traslativo dell'importo retributivo ceduto.

Tale automatismo traslativo, spiega l'INPS, non ha efficacia novativa (viene pertanto attuato a condizioni invariate) e comporta il trasferimento del vincolo contrattuale tra lavoratore cedente e cessionario al rapporto previdenziale secondo lo schema della cessione del quinto della pensione (si veda in merito la Deliberazione del Consiglio di Amministrazione n. 226 del 9 novembre 2022, avente a oggetto la convenzione finalizzata a disciplinare la concessione di finanziamenti a pensionati INPS da estinguersi dietro cessione fino a un quinto della pensione e il Regolamento contenente le “Disposizioni per la cessione del quinto” di cui al messaggio n. 4357 del 1° dicembre 2022).

NOTA BENE: Si ricorda che la cessione del quinto dello stipendio o della pensione è un prestito che il lavoratore dipendente (pubblico o privato) ovvero il pensionato può accendere presso una banca o un intermediario finanziario, con rimborso attraverso un addebito automatico mensile da parte del datore di lavoro in busta paga o dall'INPS sull'assegno pensionistico. L’addebito non può superare un quinto dell'importo mensile della retribuzione o della pensione.

Trasferimento della cessione del quinto: cosa cambia

Con il messaggio n. 244 del 13 gennaio 2023 l'INPS comunica importanti novità in merito al processo di traslazione su pensione della cessione stipendiale di cui al citato articolo 43 del D.P.R. n. 180/1950.

L'Istituto fa presente che, secondo la nuova linea interpretativa adottata, non vi saranno più vincoli e ostacoli alla traslazione. Pertanto, ai fini delle procedure informatiche, la gestione dell’ammortamento del piano originato dalla traslazione della cessione stipendiale sulla pensione sarà assimilato, per la parte residuale del debito, a quello della cessione del quinto della pensione.

Conseguentemente, a differenza di quanto ritenuto in passato, l'Istituto ammette l’applicabilità dell'articolo 39 del D.P.R. n. 180/1950 in tema di rinnovo del finanziamento, riconoscendo la possibilità del rinnovo di cessione nel rispetto del solo limite invalicabile rappresentato dall'importo della quota da trattenere, che non può eccedere il quinto della pensione o assegno continuativo.

NOTA BENE: La vecchia linea interpretativa adottata dall'INPS prevedeva infatti l'inapplicabilità dell'articolo 39 del D.P.R. n. 180/1950, impedendo al pensionato il rinnovo del contratto di finanziamento stipulato durante l'attività lavorativa.

Restano a carico degli intermediari finanziari gli oneri di gestione del servizio prestato nell'ipotesi di trattenuta su pensione del residuo debito da cessione del quinto stipendiale.

L'INPS infine ricorda che nulla invece cambia in merito alla genesi dell’efficacia traslativa e che sono salvi i limiti temporali di cui al comma 1 dell'articolo 23 del D.P.R. n. 180/1950 che prevede che il dipendente a cui manchino, per conseguire la pensione, meno di 10 anni, non possa contrarre un prestito superiore alla cessione di tante quote mensili quanti siano i mesi necessari per il conseguimento del diritto al collocamento a riposo.

Procedura “Quote Quinto”: piano di migrazione

Nella seconda parte del messaggio in commento l'INPS descrive le modalità di attuazione delle novità annunciate tramite la procedura “Quote Quinto”.

Finora tale procedura ha consentito solo la gestione dei recuperi su pensioni correlati ai finanziamenti stipulati dal pensionato; da ora sarà invece possibile anche la gestione dei piani di ammortamento relativi alla traslazione su pensione delle cessioni stipendiali, con l'estensione di tutte le funzionalità della procedura “Quote Quinto” (ad esempio, rilascio quota cedibile, rinnovo piano, variazione soggetto beneficiario delle quote mensili, chiusura piano per estinzione anticipata totale, rimodulazione piano per estinzione anticipata parziale, accodamento rate esclusivamente per la Gestione privata, ecc).

Per i piani di ammortamento in corso e per i futuri saranno avviati i seguenti piani di migrazione progressiva nella procedura “Quote Quinto”:

  • migrazione dei piani di cessione da stipendio della Gestione pubblica presenti nei sistemi GPP/SIN al 12 dicembre 2022;
  • migrazione dei piani di cessione da stipendio della gestione privata presenti in procedura «Cessione Quinto da Stipendio - Gestione Privata» al 3 gennaio 2023;
  • acquisizione dei nuovi piani di cessione da stipendio delle gestioni pubblica e privata notificati successivamente alle predette attività di migrazione e migrazione periodica dei nuovi piani acquisiti fino all’avvenuta reingegnerizzazione di “Quote Quinto”.
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