Riforma commercialisti 2025: cosa prevede il nuovo schema di legge delega
Pubblicato il 15 maggio 2025
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Il Governo si appresta a presentare in Consiglio dei Ministri uno «Schema di disegno di legge recante delega al Governo per la riforma della disciplina dell’ordinamento della professione di commercialista ed esperto contabile». La proposta, predisposta dal Ministero della Giustizia, rappresenta un passo decisivo verso la revisione del D.Lgs. 139/2005, con l’obiettivo dichiarato di aggiornare e ridefinire il quadro normativo della professione alla luce delle trasformazioni economiche e sociali degli ultimi vent’anni.
La notizia ha suscitano una immediata reazione da parte di vari esponenti del mondo della professione.
I prossimi passaggi: come sarà l’iter della riforma
Nei mesi successivi all'approvazione dello schema di disegno di legge delega, il Governo avrà 12 mesi di tempo per adottare il decreto legislativo che riformerà l’ordinamento dei commercialisti. Il provvedimento sarà elaborato dal Ministero della Giustizia, con il coinvolgimento del Ministero dell’Università e previa audizione del Consiglio Nazionale dei Commercialisti (CNDCEC).
Una volta pronto, il testo sarà trasmesso alle commissioni parlamentari, che avranno 30 giorni per esprimere un parere non vincolante. Anche in assenza di parere, il Governo potrà comunque procedere. Si tratta quindi di un percorso con scadenze definite, ma con un margine di autonomia per l’Esecutivo nella stesura finale del decreto.
Riforma articolata: i principali ambiti di intervento
La riforma dell’ordinamento professionale dei commercialisti si propone di intervenire in modo organico su numerosi aspetti della disciplina vigente. L’obiettivo è quello di aggiornare il D.Lgs. 139/2005, ormai considerato superato, per adeguare la professione ai mutamenti del contesto economico, sociale e tecnologico.
Vari sono, infatti, gli ambiti su cui il disegno di legge delega intende incidere: dalla ridefinizione dell’oggetto della professione alla revisione delle regole elettorali, passando per la disciplina delle forme associative, delle incompatibilità, delle specializzazioni e della formazione. Di seguito, una panoramica di alcuni dei principali contenuti dello schema di riforma.
Ridefinizione dell’oggetto della professione
La riforma punta a precisare e ampliare le attività riservate alla professione di commercialista, includendo ambiti quali la consulenza fiscale, contabile, aziendale, giuridica, la gestione delle crisi d’impresa, delle procedure concorsuali, della mediazione e dell’arbitrato. L’obiettivo è rendere il ruolo del commercialista più aderente alle evoluzioni normative ed economiche e meglio definito rispetto ad altre professioni affini.
Esercizio della professione in forma associata e societaria
Viene introdotta una disciplina organica che regolamenta l’attività professionale svolta in forma collettiva, sia in studi associati sia in società tra professionisti. Si vuole così promuovere modelli di esercizio più strutturati, capaci di rispondere in modo più competitivo alle esigenze del mercato, anche sotto il profilo della qualità del servizio e dell’efficienza organizzativa.
Riforma del sistema elettorale
Uno dei punti più discussi del disegno di legge è la revisione delle regole elettorali. La proposta prevede un sistema misto: il 50% dei componenti degli organi nazionali sarà eletto direttamente dagli iscritti, mentre l’altro 50% sarà scelto dai consiglieri degli Ordini territoriali. La finalità dichiarata è quella di aumentare la rappresentanza diretta e la trasparenza, ma la misura ha sollevato critiche da alcuni Ordini, che temono una riduzione del proprio peso specifico.
Disciplina del tirocinio
La riforma intende aggiornare anche le modalità del tirocinio professionale, migliorandone la qualità e rendendolo più coerente con le esigenze della formazione moderna. Tra le novità più rilevanti, si ipotizza l’introduzione di forme di compenso o indennità a favore dei tirocinanti, per valorizzare il loro contributo e garantire un accesso più equo alla professione.
Assicurazione professionale obbligatoria
Si rafforza l’obbligo per tutti gli iscritti all’albo di dotarsi di una polizza assicurativa professionale, al fine di tutelare il cliente in caso di danni derivanti dall’attività svolta. La norma mira a rafforzare la responsabilità professionale e la fiducia nel rapporto tra commercialista e assistito.
Riorganizzazione degli albi professionali
È prevista una nuova articolazione dell’albo, suddiviso in sezioni distinte:
- Sezione A: Commercialisti
- Sezione B: Esperti contabili
- Sezione C: Società tra professionisti
- Sezione D: Associazioni professionali
Inoltre, si prevede l’introduzione di elenchi per specializzazione all’interno della Sezione A, così da rendere più trasparente e valorizzata la competenza degli iscritti in specifici ambiti professionali.
Difesa del Cndcec alle critiche degli Ordini
La proposta di riforma dell’ordinamento dei commercialisti ha acceso un forte confronto all’interno della categoria, suscitando critiche e prese di posizione contrastanti.
Il presidente dell’Ordine di Roma, Giovanni Battista Calì, ha inviato una lettera al Governo denunciando un presunto tentativo di manipolare il sistema elettorale per rafforzare l’attuale governance, penalizzando gli Ordini territoriali più critici. Sulla stessa linea, otto Ordini locali – tra cui Milano e Roma – hanno diffuso una lettera aperta lamentando l’assenza di un reale coinvolgimento nel processo di riforma, la mancata votazione da parte dell’assemblea dei presidenti e il sospetto che il nuovo assetto elettorale sia disegnato ad arte.
A queste accuse ha risposto il presidente del Consiglio nazionale dei commercialisti, Elbano de Nuccio, che ha difeso la riforma come il risultato di un percorso ampio e partecipato, sottolineando la maggiore democraticità del nuovo sistema elettorale. De Nuccio ha inoltre respinto l’idea di un rinvio delle elezioni, confermando la scadenza regolare: febbraio 2026 per gli Ordini territoriali e aprile 2026 per il Consiglio nazionale. Ha infine liquidato le opposizioni come espressione di una minoranza condizionata da interessi elettorali.
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