Commercialisti in audizione su interessi dei consumatori e bonus edilizi

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Commercialisti in audizione su interessi dei consumatori e bonus edilizi

Ascoltato presso le Commissioni riunite Giustizia e Attività produttive, commercio e turismo della Camera dei deputati, nella seduta del 17 gennaio, il Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili si è espresso sullo schema di decreto legislativo recante recepimento della direttiva (UE) 2020/1828 relativa alle azioni rappresentative a tutela degli interessi collettivi dei consumatori, che abroga la Direttiva 2009/22/CE.

I commercialisti ritengono che si tratti di un intervento la cui “ratio” appare "condivisibile, così come condivisibili appaiono le previsioni volte a individuare precipui requisiti organizzativi per gli enti legittimati a proporre le azioni rappresentative transfrontaliere e a istituire un organo di controllo cui attribuire la vigilanza sulla gestione di tali Enti".

Si ricorda che la Direttiva e lo schema del Dlgs hanno come obiettivo quello di introdurre nelle differenti giurisdizioni dell’Unione strumenti efficaci per l’applicazione della normativa unionale a tutela dei consumatori, al fine di evitare possibili distorsioni della concorrenza.

Una perplessità è stata, invece, sollevata circa alcune definizioni contenute nella Direttiva e, in particolar modo, con riguardo a quella di professionista, intesa come: “persona fisica o giuridica che, indipendentemente dal fatto che si tratti di un soggetto pubblico o privato, agisce, anche tramite un altro soggetto che opera in suo nome o per suo conto, per fini relativi alla propria attività commerciale, imprenditoriale, artigianale o professionale”.

Secondo il Cndcec la versione italiana di tale definizione dovrebbe essere ulteriormente precisata per evitare possibili errate assimilazioni tra chi, in quanto imprenditore, esercita un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi e colui che, invece, è libero professionista.

NOTA BENE: I commercialisti suggeriscono di sostituire il termine “professionista” con quello di “operatore economico”.

Cndcec, proposte sui crediti d’imposta dei bonus edilizi

Il Consiglio nazionale dei commercialisti nel corso di una audizione tenutasi ieri presso la Commissione finanze e tesoro del Senato, in merito all’Indagine conoscitiva sugli strumenti di incentivazione fiscale con particolare riferimento ai crediti di imposta, ha espresso il proprio parere sui crediti d'imposta derivanti dagli interventi ammessi al Superbonus.

I commercialisti suggeriscono che i crediti d’imposta derivanti dagli interventi ammessi alla maxi-detrazione possano essere riportati a nuovo, ai fini del loro utilizzo in compensazione, sino al sesto periodo di imposta successivo a quello di competenza.

“Questa soluzione operativa ha il pregio, rispetto all’attuale situazione normativa, di consentire di non modificare le condizioni di sconto applicate dalle banche ai cedenti in sede di acquisto, ma al tempo stesso di incidere positivamente sulla capacità di acquisto dei crediti da parte delle banche, che possono in tal modo ampliare le stime dei propri plafond di acquisto, rispetto a quelle attualmente formulate con un approccio ultra-prudenziale. Con la riportabilità sino al massimo al sesto anno successivo, viene nella sostanza confermato l’orizzonte temporale di “diluizione” da 4 a 10 anni prevista dall’attuale formulazione normativa”.

Inoltre, al fine di consentire lo sblocco dell’ingente stock di crediti rimasti incagliati nei cassetti fiscali di imprese e privati cittadini, i commercialisti hanno proposto anche che “almeno per i crediti d’imposta relativi alle comunicazioni di cessione o di sconto in fattura relative ad interventi eseguiti fino al 31 dicembre 2022, sia previsto un meccanismo transitorio e straordinario che consenta agli operatori finanziari (banche, assicurazioni, ecc.) di ampliare la capacità di acquisizione di crediti mediante la compensazione con le imposte che la generalità dei loro clienti versano per il loro tramite, per una quota ritenuta ragionevole e sostenibile”.

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