Con il deposito del prezzo il notaio diventa garante

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Con il deposito del prezzo il notaio diventa garante

E’ stato di recente diffuso un nuovo studio dei Notai sulla compravendita immobiliare e il deposito del prezzo.

Si tratta dello Studio n. 418-2017/C, approvato dalla Commissione Studi Civilistici il 19 aprile 2018 e pubblicato sul sito istituzionale del Notariato il 29 maggio 2018.

L’elaborato tratta del deposito del prezzo della compravendita nel conto dedicato del notaio, e della pluralità degli elementi di cui esso si compone.

Posta l’assunzione, da parte del notaio, di obbligazioni di natura fiduciaria, viene sottolineato come il contratto preliminare costituisca, di fatto, la sede naturale della trattativa tra le parti in ordine all'incarico da conferire al professionista.

Clausola risolutiva espressa: consigliabile in presenza di gravami pregiudizievoli

La previsione di una clausola risolutiva espressa della compravendita, in detto contesto, in presenza di gravami pregiudizievoli e di un'eventuale rinegoziazione del contratto, “appare un'utile soluzione”.

Strumento di tutela e di utilità

Nello studio, viene sottolineato come il deposito del prezzo costituisca uno strumento di tutela ulteriore degli acquirenti. Questo, in particolar modo, potrebbe risultare utile in un momento storico come l’attuale di “economia della crisi”, in cui anche il mercato immobiliare è suscettibile di turbative “che possono mettere in tempi brevi a rischio l'acquisto”.

Inoltre, questo strumento negoziale – si legge ancora nello studio - potrebbe essere idoneo a contemperare gli interessi delle parti per tutto il periodo in cui, essendo incerto il corso degli eventi, non è ancora possibile l'individuazione del soggetto avente diritto alla consegna della somma.

A seguire, viene sottolineato come con l'attivazione dello strumento, indubbiamente, si possa determinare un aumento dei costi di transazione. Per tale ragione – segnalano i notai - è opportuno congegnare meccanismi negoziali che ne incentivino l'uso, “evitando per quanto possibile, ad es., di sottoporre il trasferimento a condizione, ciò che imporrebbe alle parti la stipula dei successivi atti di avveramento o mancato avveramento, con conseguente aumento dei costi e aggravio del procedimento negoziale”.

La previsione di una clausola risolutiva espressa sembrerebbe, in detto contesto, la soluzione più agevole, “in quanto - laddove la verifica ipotecaria dia esito negativo - evita la stipula di ulteriori atti”.

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