Concordato preventivo biennale in dirittura d’arrivo

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Concordato preventivo biennale in dirittura d’arrivo

Nell’ordine del giorno del Consiglio dei ministri del 25 gennaio 2024, convocato per le ore 10.30, spicca il via libera definitivo al decreto riguardate il concordato preventivo biennale, altra fetta della riforma fiscale - legge n. 111/2023. Il provvedimento tratta anche del nuovo accertamento tributario.

Con lo strumento dell’accordo preventivo biennale si punta a portare i contribuenti ad adeguarsi spontaneamente alle richieste del Fisco, anziché ricorrere a controlli successivi.

Concordato preventivo biennale: come si accede

Il testo definitivo della parte dedicata al concordato preventivo biennale ha subito una importante modifica rispetto al testo originariamente presentato dal Governo.

L’accesso al concordato, inizialmente previsto per coloro con pagelle ISA almeno pari a 8, viene ora consentito senza tenere conto degli ISA.

Dunque, possono accedere al concordato preventivo biennale (Cpb) tutti i contribuenti esercenti l'attività d'impresa, arti e professioni ai quali si rendono applicabili gli indici di affidabilità a prescindere dalla pagella ottenuta. E’ stata quindi accolta la richiesta fatta in Commissione Bilancio del Senato.

ATTENZIONE: Rimane fermo che per aderire al Cpb il contribuente non deve avere debiti tributari o contributivi, definitivamente accertati, pari o superiori a 5.000 euro, compresi interessi e sanzioni; non rientrano nel limite i debiti oggetto di provvedimenti di sospensione o di rateazione sino a decadenza dei relativi benefici.

Spetta all’Agenzia delle Entrate presentare la proposta; se il contribuente la accetta si impegna a dichiarare per un biennio gli importi concordati nelle dichiarazioni riferibili ai periodi d'imposta oggetto di adesione.

I contribuenti, quando vige il periodo di concordato, devono adempiere agli ordinari obblighi contabili e dichiarativi e gli eventuali maggiori redditi emergenti nel biennio non rileveranno ai fini della determinazione dell'imposizione diretta, dell'Irap e dei contributi previdenziali obbligatori.

Ammessi ad aderire all'istituto anche i contribuenti forfetari purchè non abbiano iniziato la propria attività nel periodo d'imposta precedente a quello cui si riferisce la proposta e che siano in possesso dei requisiti richiesti.

Le date del concordato preventivo biennale

Il decreto finale sul Cpb contiene anche novità dal punto di vista del calendario.

Solo per il 2024, la data entro cui l’Agenzia delle Entrate metterà a disposizione i software per il calcolo della proposta di reddito concordato viene fissata al 15 giugno 2024 (per il 2025 il termine sarà anticipato al 15 aprile e poi dal 2026 a regime al 1° aprile).

L’accettazione della proposta del Fisco – di norma prevista entro il termine del 30 giugno dell'anno di presentazione della dichiarazione – sempre per il solo 2024, primo anno di applicazione, potrà avvenire entro il termine per la presentazione annuale della dichiarazione dei redditi (30 settembre) ma che passa al 15 ottobre per il periodo d'imposta 2023.

Da qui, poi, si dovranno fare i conti con il versamento del secondo acconto attualmente in scadenza il 30 novembre, in cui invece bisognerà considerare l’eventuale maggior reddito accettato.

Soggetti in flat tax

Il decreto sul concordato biennale prevede una norma per gli esercenti attività d'impresa, arti o professioni che aderiscono al regime forfetario: per il 2024 le regole fissate si applicano in via sperimentale, per una sola annualità.

Cessazione dall’istituto

Tra le cause che portano alla cessazione degli effetti del regime del concordato preventivo biennale c’è l’emersione, nel periodo di valenza del concordato e in quelli precedenti, di attività non dichiarate o l’inesistenza o l’indeducibilità di passività dichiarate, per un importo superiore al 30% dei ricavi dichiarati, ovvero se risulteranno commesse altre violazioni di non lieve entità.

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