Contributi a fondo perduto per PMI dell'indotto ILVA

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Il decreto del 6 novembre 2025 del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) è finalizzato a definire le modalità di utilizzo di un fondo destinato a sostenere le piccole e medie imprese (PMI) che operano nell'indotto della società ILVA, attualmente in amministrazione straordinaria.

Tale fondo, istituito dalla legge di bilancio 2024 (L. n. 207/2024), prevede una dotazione di 1 milione di euro per ciascun anno dal 2025 al 2027, con l'obiettivo di supportare le imprese che forniscono beni o servizi necessari al risanamento ambientale o al mantenimento delle attività produttive degli impianti siderurgici.

L'iniziativa si inserisce in un contesto normativo che prende spunto da diverse disposizioni legislative, tra cui la legge di bilancio 2024, che ha creato il fondo stesso, e il regolamento europeo sugli aiuti "de minimis", che disciplina gli aiuti di Stato per le imprese in modo tale da rispettare le normative comunitarie.

Questo intervento risponde anche a una necessità di garantire la continuità operativa delle PMI coinvolte nella filiera ILVA, attraverso contributi a fondo perduto, che non richiedono restituzione, e che saranno erogati in conformità alle regole stabilite dal quadro normativo europeo e nazionale.

Beneficiari

Possono accedere al sostegno previsto dal decreto 6 novembre 2025 le piccole e medie imprese (PMI) che:

  • operano in tutta Italia,
  • nel 2024 hanno ottenuto oltre la metà del loro fatturato da transazioni con le aziende che gestiscono gli impianti siderurgici di ILVA. Queste transazioni devono riguardare la fornitura di beni o servizi necessari per il risanamento ambientale o per il proseguimento delle attività produttive degli impianti.

Inoltre, per poter richiedere il contributo, le imprese devono soddisfare alcune condizioni:

  • essere regolarmente costituite,
  • essere iscritte al Registro delle imprese,
  • avere sede operativa o legale in Italia,
  • non devono trovarsi in una situazione di liquidazione volontaria o in procedura concorsuale,
  • non devono aver ricevuto aiuti che siano stati dichiarati illegali o incompatibili dalla Commissione europea.

Infine, alcune imprese sono escluse dalla possibilità di beneficiare del contributo, come quelle che hanno ricevuto sanzioni interdittive in base alla normativa antimafia o quelle che sono state coinvolte in situazioni legali che ne impediscono l'accesso a finanziamenti pubblici. Inoltre, le imprese i cui rappresentanti legali sono stati condannati per reati gravi, che comportano l’esclusione da procedure di appalto pubbliche, non possono presentare domanda per ottenere il contributo.

Contributo: in cosa consiste

Il contributo viene concesso come un finanziamento a fondo perduto, quindi non deve essere restituito, e viene calcolato in base alle risorse disponibili.

Ogni impresa che risulta idonea a ricevere il contributo avrà diritto a una somma fissa di 20.000 euro. A questa somma si aggiunge una quota variabile, che viene determinata in base al fatturato medio dell'impresa registrato negli anni 2023 e 2024, relativo alle transazioni con le aziende che gestiscono gli impianti siderurgici di ILVA. La quota variabile è calcolata considerando il fatturato di ciascuna impresa in rapporto al totale dei fatturati di tutte le imprese beneficiarie.

Nel caso in cui le risorse finanziarie non siano sufficienti per coprire tutte le richieste, il Ministero ridurrà proporzionalmente l'importo del contributo per ciascun beneficiario, in modo che la somma disponibile venga distribuita equamente. Se, dopo aver applicato questa riduzione, ci fossero ancora fondi non assegnati a causa di un'insufficiente richiesta di contributo da parte di alcune imprese, il Ministero redistribuirà queste risorse tra le imprese che non hanno raggiunto il massimo previsto, ma in ogni caso, l'importo finale non potrà superare cinque volte l'importo iniziale assegnato.

Il contributo non potrà mai superare i 300.000 euro per impresa nel periodo di tre anni, e può essere cumulato con altri aiuti previsti dalla normativa "de minimis", purché non si superi il limite massimo stabilito.

Accesso al finanziamento

Per accedere al finanziamento, le aziende interessate devono inviare una richiesta formale tramite posta elettronica certificata (PEC) all'indirizzo che verrà indicato dal Ministero.

Nella domanda, le imprese devono fornire alcune informazioni essenziali, come i dati anagrafici dell'azienda, la conferma del possesso dei requisiti necessari per ottenere il contributo, e l'indicazione dell'importo massimo che intendono richiedere, rispettando i limiti previsti dalla normativa "de minimis".

NOTA BENE: È necessario comunicare l'IBAN del conto bancario su cui ricevere il contributo, insieme all'indirizzo PEC per tutte le comunicazioni relative alla concessione del contributo.

Un successivo provvedimento, che sarà pubblicato dal Direttore generale per gli incentivi alle imprese, specificherà i termini e le modalità di presentazione delle domande, così come lo schema ufficiale da seguire per inviarle correttamente.

Erogazione del contributo

Una volta che la domanda sia stata accettata, il Mimit provvederà a versare il contributo direttamente sul conto bancario indicato dall'impresa beneficiaria, seguendo queste modalità:

  • la prima quota del contributo sarà erogata senza che sia necessaria alcuna richiesta aggiuntiva da parte dell'impresa, entro 60 giorni dalla pubblicazione del provvedimento che conferma la concessione del contributo;
  • le due rate successive saranno erogate solo dopo che l'impresa avrà presentato una nuova richiesta. Le modalità e i termini di presentazione di queste richieste saranno definiti dal Direttore generale per gli incentivi alle imprese.

Prima di ogni pagamento, il Ministero effettuerà tutti i controlli necessari per garantire che le risorse vengano utilizzate correttamente e che tutte le condizioni siano rispettate.

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