Deposito telematico per il ricorso in cassazione, pena l'improcedibilità

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Deposito telematico per il ricorso in cassazione, pena l'improcedibilità

Dal 1° gennaio 2023, tutti i ricorsi per cassazione devono essere depositati in modalità telematica sotto pena di improcedibilità.

E' infatti questa, adesso, la modalità prescritta dalla legge, salve le eccezioni appositamente specificate.

Lo ha messo nero su bianco la Prima sezione civile della Corte di cassazione nel testo dell'ordinanza n. 10689 del 20 aprile 2023, nel dichiarare improcedibile un ricorso civile depositato in modalità non telematica, per violazione dell'art. 369 del Codice di procedura civile.

L'obbligo di deposito telematico - si legge nella decisione - discende direttamente dall'estensione generalizzata, anche in Cassazione, del processo telematico, ad opera della riforma del processo civile a firma Cartabia.

Ai sensi dell'art. 35, secondo comma, del D. Lgs. n. 149/2022, infatti, è operativa, a far data dal 1° gennaio 2023, la disciplina concernente il deposito degli atti in forma telematica negli uffici già informatizzati, e, segnatamente, nei tribunali, nelle corti d'appello e dinanzi alla Corte di cassazione.

Che il deposito telematico fosse obbligatorio, nel processo civile, anche in Cassazione era del resto stato evidenziato dallo stesso Presidente del Collegio di legittimità, con specifica nota del 6 febbraio 2023.

In questa, era stato puntualizzato che dall'inizio dell'anno, anche per i giudizi civili di Cassazione, è obbligatorio, per i difensori e i soggetti nominati o delegati dall'autorità giudiziaria, il deposito degli atti processuali e dei documenti, compresa la nota di iscrizione a ruolo, con modalità esclusivamente telematica.

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