I criteri direttivi per la riforma del processo amministrativo

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La legge n. 69 del 18 giugno scorso, accanto alla riforma del processo civile, contiene una delega al Governo per il riassetto del processo amministrativo che dovrà essere riformato entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge stessa. Nel dettaglio, il Governo, uniformandosi ai criteri direttivi ivi descritti, dovrà: assicurare la snellezza, concentrazione l'effettività e la ragionevole durata dei processi; disciplinare le azioni e le funzioni del giudice; procedere alla revisione e razionalizzazione dei riti speciali; razionalizzare e unificare le norme vigenti per il processo amministrativo; razionalizzare e unificare la disciplina della riassunzione del processo e dei relativi termini e riordinare, infine, la tutela cautelare. Tra i principali obiettivi, dunque, occorrerà puntare alla semplificazione della forma del procedimento anche attraverso la razionalizzazione e l'unificazione delle norme attualmente vigenti. In contrasto con tale ultimo fine, tuttavia, sono state emanate, quasi contestualmente alla legge 69, altre norme - l'una contenuta nella Legge Comunitaria n. 88 del 7 luglio scorso, l'altra che introduce norme speciali per il settore energetico – che introducono, di fatto, regole processuali speciali. Si impone, conseguentemente, una razionalizzazione ed armonizzazione di tutte queste disposizioni.

Eleonora Pergolari
Links Anche in
  • Il Sole 24 Ore, p. 31 – Processo amministrativo ancora a caccia di certezze - Clarich

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