Il rilancio del concordato

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Con il Dlgs approvato venerdì scorso dal Consiglio dei ministri che riscrive alcune parti della legge fallimentare, in vigore dalla scorsa estate, si vuole attrarre le imprese verso il concordato preventivo, forma stragiudiziale di risoluzione delle crisi d’impresa che finora non ha avuto il successo preventivato con la riforma. Nello specifico, si punta l’attenzione sulla sorte dei creditori privilegiati, per i quali la riforma approvata ieri prevede espressamente la possibilità di soddisfarli parzialmente alla stregua del concordato fiscale. Sempre in tema di concordato, tuttavia, resta incerta la configurazione dei poteri dell’autorità giudiziaria. Una novità rilevante, poi, è quella della misura della ridelimitazione dell’area di esenzione del fallimento, che vede:

- l’eliminazione del riferimento agli investimenti e vi sostituisce quello all’attivo patrimoniale che, comunque, non deve aver superato i 300.000 euro negli ultimi tre anni o dall’inizio dell’attività se di durata inferiore;

- l’inserimento della necessità che l’ammontare del debito non superi i 500.000 euro;

- l’esigenza che i tre requisiti dimensionali siano soddisfatti congiuntamente;

- l’eliminazione del principio dell’esenzione dal fallimento dei piccoli imprenditori in quanto tali.

Il varo definitivo del testo è annunciato per il 15 luglio 2007. 

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